«Finché la Lega è al governo, la legge non si tocca». È tranchant Nicola Molteni, sottosegretario agli Interni per il Carroccio.
Onorevole Molteni, che succede nella maggioranza? Litigate sullo ius culturae?
«Ma no, non c'è nessun problema nella maggioranza. Abbiamo solo voluto puntualizzare un concetto: perché la gente vota centrodestra? Proprio per garantirsi che non venga cambiata la legge sulla cittadinanza, che c'è e funziona benissimo. Non c'è motivo al mondo per modificarla, e finché saremo noi al governo di certo non succederà».
La legge risale a trent'anni fa, e nel frattempo la società italiana è molto mutata. Oggi le scuole sono piene di bambini di seconda generazione, non sarebbe ora di rivederla?
«E perché? Pensi che siamo il primo paese in Europa per concessione di cittadinanza: solo nel 2022, ce ne sono state più di 200mila. Paesi con una storia di immigrazione molto più importante della nostra ne danno molte meno. E ci sono già tanti modi per ottenerla: se i genitori la hanno, oppure per adozione, per matrimonio, o al compimento del diciottesimo anno. La legge funziona, le campagne pro ius soli, ius culturae, ius scholae sono solo una bandierina ideologica della sinistra».
Ma Forza Italia ha aperto allo ius scholae: sono ideologici pure loro?
«Non giudico le idee degli altri. Dico solo che come maggioranza di governo dovremmo essere contenti perchè i dati sull'immigrazione sono positivi, siamo tornati ad essere protagonisti nel Mediterraneo, mi pare assurdo che ci dividiamo sullo ius soli. Di certo su questo la Lega non farà mai passi indietro: abbiamo bloccato il tentativo del governo Draghi di rivedere la legge, figuriamoci se lo possiamo permettere con un governo di centrodestra».
Perché siete così contrari ad adattare la norma ai tempi?
«Perché sono sbagliati i presupposti. Primo: si sostiene che la cittadinanza sia uno strumento di integrazione. Ma non è così: è l'approdo di un processo di integrazione, prima ci si integra e poi si diventa cittadini. Secondo: per la sinistra, la cittadinanza è una concessione dello Stato. Invece non è un regalo, ma un atto di volontà. Cosa dà in più? Il diritto di voto, che si esercita dai 18 anni. I minori stranieri godono esattamente e giustamente degli stessi identici diritti di mia figlia di 8 anni, anche senza cittadinanza: sanità, istruzione, assistenza. La sinistra a ogni Olimpiade torna a chiedere di cambiare la legge, poi però quando è stata, e per anni, al governo, non ha mai avuto la forza o il coraggio di farlo».
Beh, le immagini dei tanti atleti italiani di seconda generazione sono significative, no?
«La fermo subito: Paola Egonu, per citare la più celebre, è italiana quanto me e lei, cittadina veneta e orgoglio nazionale. Il tema della cittadinanza nel suo caso non si pone proprio».
A proposito di Egonu, non le sono sembrate di pessimo gusto le battute del vostro Vannacci sui suoi «tratti somatici»?
«Poi le ha fatto i complimenti e chiesto l'autografo, mi pare una polemica strumentale».
E lo sfregio del murales che la raffigura?
«Una vergogna, un atto di violenza razzista che va condannato»
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