Cenone e manovra sono salvi. Il governo Meloni incassa il via libera alla legge di Bilancio nel primo dei due passaggi parlamentari (221 sì, 152 no). Ma si apre lo scontro tra i deputati Fdi e i tecnici del Mef. E mentre la tensione schizza, nel tardo pomeriggio di ieri, un'ora prima dell'inizio delle dichiarazioni di voto, l'esecutivo è costretto a correggere, con due emendamenti, due errori nelle tabelle allegate alla manovra.
Il M5s insorge e cerca di bloccare i lavori. Tentativo fallito. La Camera dice sì alla fiducia sul provvedimento, al termine di un'infernale maratona, tra notti in commissione Bilancio ed errori nella formulazione degli emendamenti. A Montecitorio, dopo il via libera alla fiducia, la seduta continua con l'esame degli ordini del giorno (ne erano stati presentati 223) e degli emendamenti. Una seduta fiume che si chiude all'alba della vigilia di Natale. Poi di corsa, i deputati scappano in stazione e aeroporto per raggiungere le famiglie. L'accordo politico tra maggioranza e opposizione prevedeva la conclusione dei lavori parlamentari a Montecitorio sulla legge di bilancio entro le ore 6 di questa mattina. L'intesa tiene, il Cenone è garantito. Una manovra approvata al cardiopalma.
In Aula lo scontro è durissimo. Il leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte attacca: «Questa manovra crea premesse per il disastro sociale». Rincara il capogruppo dem Debora Serrachiani: «Questa manovra ingiusta e dall'orizzonte corto, non avrà il nostro voto favorevole, a questo governo sordo e chiuso non daremo la nostra fiducia».
Dalla maggioranza ribattono colpo su colpo. Alessandro Cattaneo, capogruppo Fi: «Il centrodestra ha superato la prova e questa notte daremo all'Italia una legge finanziaria che guarda alla crescita e alla protezione delle categorie fragili». Ylenia Lucaselli di Fdi è netta: «Tracciata la strada per il futuro».
Ora la partita si sposta al Senato. Il testo è atteso in commissione a Palazzo Madama il 27 dicembre. La maggioranza punta a chiudere la partita entro il 31 dicembre e scongiurare così il rischio di finire in esercizio provvisorio. Mentre il 29 dicembre il presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrerà i giornalisti per la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Con il primo ok alla legge di bilancio, il centrodestra è a metà dell'opera. Al Senato sarà praticamente una ratifica del provvedimento adottato da Montecitorio. Le insidie maggiori sono arrivate dalla Camera per le divisioni all'interno del centrodestra e l'ostruzionismo delle opposizioni. Alla fine si trova l'accordo per blindare il testo. Ma dal Terzo Polo Matteo Renzi attacca: «Testo pasticciato».
Sulle polemiche, che hanno accompagnato il dibattito, Federico Mollicone, deputato di Fdi, spara contro i tecnici del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: «Non c'era nessuno dei funzionari del Mef e della ragioneria generale, c'è stato un caos amministrativo e non politico. Non è ammissibile, non contestiamo i rilievi ma il fatto che non ci fosse nessuno nella seconda notte di voto sulla manovra, abbiamo dovuto mandare mail per avere risposte arrivate il giorno dopo ossia questa mattina. Durante la legge di bilancio ci sono tutti del personale a Montecitorio, tutto era aperto ma i funzionari no». Il riferimento è agli emendamenti riscritti e ai pareri del Mef arrivati in ritardo.
Accuse respinte da Giorgetti: «Macché, hanno lavorato tanto, erano tutti stanchi». La resa dei conti è iniziata. Mentre sempre dal fronte azzurro Giorgio Mulè rivendica: «In questa manovra c'è l'idea del paese che ha Forza Italia». È già tempo di vincitori e vinti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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