Nubi scure si addensano sul cielo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte a causa della legge pro-albergatori inserita nel decreto Rilancio dello scorso 19 maggio. Una norma che aveva fin da subito generato non poche polemiche, soprattutto per il fatto che, secondo molti, sarebbe arrivata nel momento giusto per venire in soccorso al suocero del premier Cesare Paladino, proprietario dell'hotel Plaza e padre della compagna di Conte, Olivia.
La legge inserita nel decreto Rilancio, infatti, va a depenalizzare il reato di peculato. Paladino, accusato di non aver versato la tassa di soggiorno al comune di Roma nell'arco di tempo compreso fra il 2014 ed il 2018, era stato iscritto nel registro degli indagati, ma la condanna ad un anno e due mesi di reclusione è stata successivamente revocata proprio grazie alla norma. Un caso, oppure si tratta di una vera e propria legge ad personam? A chiederselo non sono più solo i partiti di opposizione, ma anche Italia Viva, che attualmente si trova ancora nella maggioranza. Il gruppo di Renzi sembra proprio non voler dare respiro al premier. Ed oltre alla concreta minaccia di far cadere il governo, ecco arrivare anche un'interrogazione parlamentare da parte di Iv per far luce sulla vicenda.
Secondo quanto riferito da Repubblica, il deputato renziano Michele Anzaldi avrebbe già preparato il documento e starebbe per presentarlo alla Camera. Si possono solo immaginare le conseguenze di un simile atto. Come evolverà il rapporto fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi? Da parte sua, Anzaldi afferma di aver agito solo per indagare sulla norma finita nel decreto Rilancio, nei confronti della quale si è battuto sin dal principio. Il rappresentante di Italia Viva intende venire a conoscenza di "quale sia stato l'ufficio legislativo che ha proposto di inserire la norma per depenalizzare l'omesso pagamento della tassa di soggiorno". Si tratta di un provvedimento voluto da un ministero, oppure c'è anche la mano di palazzo Chigi tramite il Dipartimento degli affari giuridici e legislativi? Michele Anzaldi desidera leggere i verbali, soprattutto perché a dirigere il sopra citato dipartimento si trova Ermanno de Francisco, magistrato nominato proprio da Conte.
"Grazie a questa depenalizzazione il padre della compagna del premier si è visto cancellare, con valore retroattivo, una condanna passata ingiudicato con il patteggiamento", spiega Anzaldi, come riportato da Repubblica. "Titolare del Grand Hotel Plaza di Roma, a luglio 2019 (Cesare Paladino) era stato condannato alla pena di 1 anno, 2 mesi e 17 giorni di reclusione per l'omesso versamento al Comune della tassa di soggiorno negli anni 2014-2018, per un totale di 2.047.677 euro".
Ai tempi il ministero del turismo e dello spettacolo spiegò che la legge fu inserita per aiutare i titolari di hotel in tempo di pandemia. Paladino, però, ha potuto fare ricorso proprio grazie a tale norma, ed il gip di Roma ha revocato la condanna. Sul caso si è creata una frattura anche all'interno della stessa magistratura.
La legge inserita nel decreto Rilancio, infatti, non dovrebbe essere retroattiva, e quindi non sarebbe in grado di annullare un reato commesso prima della sua entrata in vigore. Eppure Paladino ha ottenuto comunque la revoca. La procura di Roma è pronta a fare ricorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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