La Lego scende in campo a favore del gioco. Hanne Rasmussen, capo della Fondazione di Lego, ha dichiarato a The Guardian, che i genitori, ansiosi di preparare i propri figli alle sfide del mondo finiscono per screditare il valore del gioco rispetto alle altre attività di apprendimento.
I bambini, quindi, verrebbero spinti a studiare la matematica e l'alfabetizzazione limitando il tempo per l’attività ludica che stimola la creatività, il problem-solving e l'empatia. Secondo Rasmussen, l'efficacia dell'apprendimento col gioco è stata ampiamente dimostrata ma i genitori non se ne rendono ancora conto. "Questo è un problema che va risolto, insegnando ai genitori che l'alfabetizzazione precoce, se isolata, priva i bambini di tutta una sfera di sviluppo di capacità che solo il gioco è in grado di produrre", dice Rasmussen.
La Fondazione Lego, generosamente finanziata con un quarto dei profitti dell'azienda, sta supportando economicamente una serie di progetti che mirano a cambiare questa impostazione. L’idea è di creare una cattedra Lego all'Università di Cambridge e sostenere un centro per la ricerca sul gioco in materia di istruzione, sviluppo e apprendimento. Vi sono contatti anche con Harvard, MIT e altre prestigiose istituzioni. Secondo una ricerca fatta dalla Cambridge University, finanziata dalla fondazione, i bambini elaborano, creano e raccontano storie con i Lego prima di scrivere e il gioco aumenta le loro capacità narrative e di scrittura.
"Il problema non è che i genitori non hanno a cuore il proprio bambino. Ma la competizione globale, lo sviluppo economico hanno messo pressione, facendo passare l'idea che l'educazione e l'apprendimento debbano essere il più possibile precoci”, dice ancora Rasmussen.
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