Il caso Soumahoro è un monito per la destra e una lezione per la sinistra. Il monito per la prima è di non imitare la sinistra nel giustizialismo. Al momento, il parlamentare non pare indagato, diversamente dalla suocera. E anche quand'anche lo fosse, ciò non vorrebbe dire nulla. Lascia poi perplessi vedere gruppi di maggioranza agitare l'interrogazione parlamentare, a seguito di una inchiesta della magistratura, contro un deputato dell'opposizione. Non è infine il massimo che la stampa si sia scatenata solo dopo l'intervento della magistratura: a rimorchio, benché talune voci su irregolarità nelle cooperative ora indagate già girassero da tempo. Insomma, essere ultragarantisti con i propri e forcaioli con gli altri, non è il non plus ultra del garantismo. E ancora più grave è essere manettari sempre, come sono usi a sinistra. I Verdi di Bonelli e Sinistra Italiana di Fratoianni, già infatti stanno approntando una specie di processo politico, e anche qui, non prima, ma solo dopo l'intervento della magistratura, nonostante un ex parlamentare di quell'area, Elena Fattori, si fosse dimostrata perplessa sulla candidatura del sindacalista. Possibile che ci si svegli solo quando si muovono i magistrati? Ma la lezione che il caso impartisce alla sinistra è un'altra. Smettetela di cercare i santini. Di andare a scovare figure che, per la loro immagine, rappresentano, su un piano mediatico, la correttezza politica, che incarnano il partito dei «buoni», e che appartengono alla cosiddetta «società civile», considerata chissà perché sempre pura e incontaminata. Finitela poi di farne dei fenomeni: non era grottesco che, fino al giorno prima della inchiesta, Souamahoro fosse presentato, dalla stampa di sinistra, come un possibile nuovo segretario del Pd, partito a cui peraltro neppure appartiene? Gli stessi giornali che, non appena si sono mosse le procure, lo stanno abbandonando. La teoria di «papi stranieri» buoni che si sono rivelati dei flop sarebbe lunga: basti ricordare Mimmo Lucano (che però è stato condannato), le sardine e Santori, la Boldrini, per non parlare della stagione dei Pm, inaugurata da Di Pietro e finita con Ingroia.
Innamorarsi sempre delle persone sbagliate è un grave segno di fragilità: ancora più se, dopo un giorno che le si conoscono, si offrono loro le chiavi di casa. Alla sinistra serve un buon psicanalista collettivo, altrimenti a breve chissà quanti altri Soumahoro nasceranno.
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