L'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy ha pubblicato in questi giorni la sua autobiografia che contiene fra l'altro il suoi più sprezzanti giudizi nei confronti di Silvio Berlusconi, vantandosi di essere stato lui con Angela Merkel a costringere il leader di Forza Italia e nel 2011 presidente del Consiglio italiano, a dimettersi. Nicolas Sarkozy è attualmente detenuto, agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, dopo una condanna a tre anni di cui due condonati per il più grave scandalo che abbia scosso la Repubblica francese da quando emersero le prove del finanziamento miliardario ottenuto dal leader libico Muhammar Gheddafi, che poi Sarkozy fece cadere con una operazione militare cui si dovettero accodare i paesi occidentali, compresi Italia e Stati Uniti. Una operazione che si concluse con il barbaro assassinio del dittatore libico davanti alle telecamere. L'autobiografia riflette il carattere di insopportabile vanità del presidente francese, così com'è emerge da un altro libro e di un altro presidente: Barack Obama.
Obama descrive Sarkozy come una creatura insopportabile, capace di ogni atto teatrale e gradasso pur di emergere come protagonista. Elementi caratteriali che emergono dal libro dell'ex presidente francese, «Le temps de combats» concepito come inno narcisistico che poco si adatta a un uomo processato per reati penali (non sono ancora quelli che riguardano l'operazione militare e l'uccisione di Gheddafi) improntato alla sfrontatezza più sguaiata nei confronti di quasi tutti i leader politici e in particolare nei confronti di Silvio Berlusconi.
Il motivo politico della manovra di Sarkozy per costringere Berlusconi a dimettersi, appare più chiara dalla lettura dei fatti successivi: le dimissioni di Silvio Berlusconi, richieste da Sarkozy e dalla Merkel ebbero l'effetto di mettere fuori gioco l'Italia dal rapporto con l'ex colonia libica (rapporto che aveva prodotto un maggiore controllo sui flussi migratori) e procedere con la parte più sanguinaria del progetto: attaccare militarmente la Libia portandosi dietro l'alleanza occidentale e uccidere Gheddafi, chiudendogli così la bocca, visto che Gheddafi lo ricattava dopo aver finanziato la sua elezione.
Su questa ricostruzione concorda Barack Obama, il quale ammette di aver commesso «il più grave errore della sua vita di presidente degli Stati Uniti», non essendo riuscito ad opporsi alla violenza dal presidente francese, il quale volle che il primo aereo che varcasse i confini libici, fosse francese.
Nel suo libro «una terra promessa» Barak Obama racconta le scene teatrali del presidente francese - che lui definiva «un gallo incoerente, impettito e vanaglorioso» fra cui quella in cui Sarkozy al G20 del 2009 dedicato alla crisi finanziaria, dopo la lettura del documento finale da parte di Angela Merkel si mise ad applaudire urlando il segretario al Tesoro americano Tim Geithner: «È un accordo storico, Barack! E lo abbiamo raggiunto grazie a te! E qui c'è anche Geithner, è fantastico». E si mise a scandire il nome di Geithner come allo stadio. Quella volta, Angela Merkel, restò, racconta Obama, raggelata dal comportamento del collega francese e scuoteva la testa come davanti a un figlio scapestrato.
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