L'Espresso si scaglia contro la Lega. L'ultima copertina del settimanale, la prima del nuovo anno, ritrae una bambina col vestito rosso, che chiede a un uomo: "Prima noi?". L'uomo, vestito in giacca e cravatta nera e camicia bianca, le risponde: "Prima io".
Ancora una volta, la prima pagina dell'Espresso è dedicata al Carroccio e la figura rappresentata nella vignetta in copertina richiama il suo leader, Matteo Salvini. La bambina, infatti, riprende uno degli slogan più famosi del politico, che spesso ripete: "Prima gli italiani". Ma, a detta del settimanale, non sarebbe questo il futuro dei cittadini della Penisola, se la Lega salisse al governo. "Dicevano 'Prima gli italiani' i salviniani, ma intendevano un più essenziale 'Prima noi'", si legge nell'articolo di presentazione del primo numero di gennaio 2020 del settimanale.
Sotto la vignetta, si legge il titolo "Se comanda la Lega" e, poco più in basso viene fatto un elenco di ciò che, a detta dei giornalisti dell'Espresso, potrebbe succedere all'Italia, se il Carroccio iniziasse a governare: "Diritti negati, lbri censurati, gay discriminati, libertà di culto ostacolata e piazze vietati a chi dissente". È questa l'accusa a Salvini, che avrebbe ridotto così le città e le regioni italiane in cui la destra salviniana è al potere.
"Mi fate ridere, tanto", è stato il commento di Salvini, che ha ripostato su Facebook la foto della copertina del primo numero di gennaio, accompagnata da una faccina che ride così tanto da farsi scendere le lacrime. Numerosi i commenti a sostegno del leader leghista, tra chi sostiene che tra pochi giorni avverrà la "liberazione dell'Emilia Romagna" e chi annuncia che "la Lega governerà presto".
Ma non è la prima volta che il settimanale prende di mira il leader del Carroccio. Lo aveva già fatto nel giugno del 2018, quando la copertina titolava "Uomini e no", mentre la foto mostrava Salvini e un ragazzo di colore. Sotto, la didascalia recitava: "Il cinismo, l'indifferenza, la caccia al consenso fondata sulla paura. Oppure la ribellione morale, l'empatia, l'appello all'unità dei più deboli.
Voi da che parte state?".Nel dicembre del 2018, invece, veniva rappresentato un Matteo Salvini mago, intento a fare trucchi di magia, mentre la scritta recitava: "Legacadabra e i soldi son spariti"
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