L'esultanza della Fornero per lo scippo sulle pensioni

L'ex ministro: importante sentenza della Consulta

L'esultanza della Fornero per lo scippo sulle pensioni

Roma - Letta è riuscito dove lei e il premier di allora Mario Monti hanno fallito. E oggi l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero brinda alla sentenza con cui la Consulta ha dato il via libera al contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro previsto dalla Finanziaria 2014. «La sentenza della Consulta è importante e giusta. Per la prima volta si va oltre il totem dei diritti acquisiti», dichiara Fornero ad Agorà Estate. «La sentenza fa riferimento a riforme pensionistiche che non sono motivate dal desiderio di togliere qualcosa a qualcuno ma che spiega - sono motivate dalla volontà di raddrizzare i rapporti economici fra generazioni». Un'affermazione che suona un po' strana, perché il diavolo si annida nei dettagli. E i dettagli della misura - molto simile a dire il vero a quella Letta - prevista ai tempi della prof nell'era del governo dei tecnici, non sono stati sufficientemente seduttivi per la Consulta. Il contributo di solidarietà di Monti venne considerato discriminatorio perché solo sui redditi dei pensionati e non su quelli di tutti i lavoratori.

In realtà anche quello di Letta va a colpire solo i pensionati ma mentre il gettito ricavato si riversa nel sistema previdenziale quello di Monti apparve come una tassa sui pensionati. Questa è la prima considerazione. La seconda riguarda quanti vorrebbero che tale prelievo fosse strutturale. Un desiderio che sicuramente la Consulta punirebbe visto che ha dato l'ok solo perché Letta avrebbe rispettato principi di eccezionalità, temporaneità, ragionevolezza.

«Il che significa d'altro canto spiega il super esperto Giuliano Cazzola su Formiche.net - che non sarebbero ammissibili tagli di natura strutturale e permanente come propongono tanti demagoghi in doppiopetto in circolazione nei talk show, facendo il verso ai corifei di regime». Non sarà in doppiopetto ma a chiedere che la misura diventi strutturale è Giorgia Meloni che si fece promotrice di un disegno di legge sul tema e rilancia: «Nella prossima legge di Stabilità Fratelli d'Italia proporrà che questo contributo diventi stabile sulle pensioni a partire da 5mila euro netti al mese», scrive su Facebook il presidente di Fdi. «Si vada più a fondo», chiedono a gran voce i grillini. «La decisione della Consulta è molto preoccupante perché giustifica il prelievo riconoscendo da un lato che si tratta di un sacrificio, ma siccome i soggetti colpiti sono abbienti in quanto percepiscono una pensione elevata, allora quel sacrificio è sopportabile», dice Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali.

Ma c'è una terza e ultima considerazione da fare. La norma Letta scade nel 2016 e il governo Renzi starebbe pensando a una proroga destinata a finire in finanziaria. Anche questa dettata da caratteri di eccezionalità e temporaneità.

Una misura con il doppio vantaggio di essere spendibile in vista del referendum di ottobre e di finire sul piatto delle scelte economiche a favore dei ceti più deboli reclamate con forza dalla minoranza di sinistra del Pd.

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