Offese e minacce politiche: così Enrico Letta prova a mettere il bastone tra le ruote al centrodestra, demonizzato dal fronte giallorosso e addirittura accusato di essere arretrato per quanto riguarda i diritti civili. Un'accusa tanto pesante quanto ignobile, secondo cui la coalizione in questione non sarebbe dalla parte dei più deboli e delle minoranze. È questo l'ultimo atto del Partito democratico, che adesso torna agli insulti contro il centrodestra per giustificare le loro battaglie fallite in merito al ddl Zan e allo ius soli.
Letta va all'attacco
La tesi sostenuta da Letta non lascia spazio a libere interpretazioni e va dritto al punto, senza mezzi termini e con la totale mancanza di rispetto verso l'avversario politico: a suo giudizio emerge una alternatività a una destra "che sui diritti civili e sociali è tra le più arretrate d'Europa". Un'uscita choc che fa il paio con un'altra dichiarazione deplorevole: "Con la destra che ci troviamo, su alcuni cambiamenti non saremo in grado di adeguare il nostro Paese a quella società inclusiva che in Europa esiste più che in Italia".
È palese come il segretario del Pd sia rimasto infastidito dalla contrarietà del centrodestra che ha affossato il ddl Zan in Aula e dalla resistenza parlamentare contro lo Ius soli. Ma a Letta va ribadito un concetto, che forse ha dimenticato o fa finta di non ricordare: sollevare delle perplessità e proporre delle modifiche su questi temi non significa in automatico essere omofobi o contro i diritti civili. Evidentemente però il numero uno del Partito democratico preferisce passare il proprio tempo mettendo delle etichette agli avversari politici.
La minaccia sul ddl Zan
Non è finita qui. Letta ha avanzato anche una minaccia politica, alla faccia di quel clima di unità tanto decantato e utilizzato come pretesto (a convenienza) per cercare di far passare alcuni provvedimenti cari alla sinistra. Un giochetto che però non sta funzionando. Ecco perché il segretario del Pd ha alzato i toni: "Noi dobbiamo essere quelli che spingono il cambiamento, anche a costo di strappare". Dunque crede che bisogna andare oltre "l'idea che per forza dobbiamo portarci tutti dietro".
Il suo obiettivo è chiarissimo: cercare di portare a casa il ddl Zan e lo Ius soli entro il 2023, in modo da poter sventolare una serie di bandierine prima delle elezioni politiche.
Ma ci separano circa 12 mesi dal ritorno alle urne e per Letta non arrivano messaggi rassicuranti. Come si possono coniugare la necessità di coesione in maggioranza e il pressing su tematiche estremamente divisive? Un concetto abbastanza strano di unità nazionale, da richiamare e garantire solo a fasi alterne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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