La lettera Ue, ecco i tre punti che smontano la manovra

Nella lettera Ue inviata a Tria, Moscovici critica le scelte del governo: al centro la crescita, il deficit e il debito pubblico

La lettera Ue, ecco i tre punti che smontano la manovra

La lettera Ue inviata dalla Commissione europea al governo italiano di fatto ha innescato la miccia che potrebbe fare esplodere i rapporti tra Bruxelles e Roma. A consegnarla al ministro del Tesoro, Giovanni Tria è stato il Commissario agli Affari Economici Ue, Pierre Moscovici. La lettera contesta totalmente e su tutta la linea la manovra varata dal governo. La missiva di Bruxelle innanzitutto rinfresca la memoria all'esecutivo: "La raccomandazione rivolta all'Italia sull'aggiustamento richiesto ai sensi del Patto di Stabilità e Crescita, è stata approvata dal Consiglio europeo all'unanimità il 28 giugno 2018 e adottata dal Consiglio dei Ministri Ue, compresa l'Italia, il 13 luglio 2018". Poi mette nel mirino la crescita della spesa pubblica che secondo il Def toccherà il 2,7 per cento contro il massimo "raccomandato dello 0,1%". A questo punto, sempre nella lettera arriva l'affondo: "Il deterioramento strutturale (ricalcolato) nel 2019 ammonta allo 0,8 per cento del Pil, il che corrisponde a una devizione significativa rispetto allo sforzo strutturale dello 0,6 per cento raccomandato dal Consiglio del 13 luglio 2018". Poi la lettera sottolinea in modo netto le cifre del debito pubblico nel nostro Paese: "Con il debito pubblico dell’Italia a circa il 130% del Pil, la nostra valutazione preliminare indica anche che i piani dell’Italia non assicurerebbero il rispetto con il criterio di riduzione del debito concordato da tutti gli Stati membri".

Poi la lettera torna ancora su principi basati sul Patto di Stabilità: "Nonostante l'Italia sia stata considerata in violazione della regola del debito - prosegue la lettera -, ci preme ricordare che quando la Commissione ha valutato la situazione del disavanzo e del debito italiani nel preparare rapporti, il rispetto di massima del braccio preventivo del patto di stabilità è stato sempre un fattore rilevante di primaria importanza". Inoltre, sottolineano Dombrovskis e Moscovici, "non è previsto per il 2021" il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine". Ma nel finale della missiva, la Commissione Ue cerca anche sponda nell'Ufficio Parlamentare per il Bilancio che sostanzialmente ha bocciato le stime del Def: "Vorremmo chiederle (al ministo dell'Economia e Finanza, Giovanni Tria, ndr) di chiarire le ragioni per le quali l'opinione dell'Upb non è stata presa in considerazione".

Sono dunque questi i tre elementi che "sembrano configurare un'inosservana particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria nel Patto di Stabilità e Crescita", conlcude la lettera. Adesso il goevrno ha tempo fino a lunedì 22 ottobre per inviare a Bruxelles una risposta.

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