L'Europa ora si affida a Meloni. Ipotesi doppio vertice con Donald

Governo al lavoro per organizzare il summit Usa-Ue già a fine maggio a Roma. In un secondo round altri leader europei. La carta Bruxelles. Palazzo Chigi media

L'Europa ora si affida a Meloni. Ipotesi doppio vertice con Donald
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La promessa di un viaggio in Italia strappata da Giorgia Meloni a Donald Trump durante la missione a Washington mette in moto la macchina diplomatica di Palazzo Chigi per organizzare il vertice.

L'Ue si affida al capo del governo italiano per aprire una trattativa seria con il Tycoon. L'obiettivo è quello di allargare il bilaterale, tra Italia e Stati Uniti, all'Unione europea. Il governo italiano si muove con prudenza, evitando di aprire tensioni con Bruxelles.

Tra i leader europei c'è la spinta per spostare il vertice da Roma a Bruxelles. Al momento però, la visita di Trump è confermata. E soprattutto sarà a Roma. Nessun cambio di luogo. Sulla data c'è ancora un margine di tempo per decidere. Il sottosegretario all'Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari in un'intervista a Repubblica ipotizza come data possibile il periodo di fine maggio. Prima del vertice Nato previsto a L'Aja dal 24 al 26 giugno. Non c'è alcuna conferma ufficiale. A fine aprile (26 e 27) invece il presidente del Consiglio Meloni sarà ad Astana per una visita ufficiale nella Repubblica del Kazakhstan e per il Vertice Italia-Asia Centrale con Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. La visita sarà preceduta dalla visita ufficiale nella Repubblica dell'Uzbekistan a Samarcanda.

Sul format del vertice Italia-Stati Uniti-Europa si è attivata la diplomazia tra Roma, Bruxelles e Washington. Una proposta al vaglio dei governi è quello di un doppio momento. Il primo prevede un bilaterale Trump-Meloni. Mentre il secondo sarà un vertice tra Stati Uniti ed Europa da tenersi sempre a Roma. Su questa seconda opzione potrebbe esserci la richiesta da parte della presidente Ursula Von der Leyen di spostare il vertice a Bruxelles. Nelle intenzioni del governo Meloni c'è l'idea di allargare il summit non solo alla presidente Von der Leyen ma anche ad altri leader europei. Tempi, in ogni caso, stretti per incastrare agende e decisioni politiche.

Sul tavolo c'è naturalmente il dossier dazi. Ma con ogni probabilità al vertice entrerà di diritto il conflitto in Ucraina. Anche su questo dossier Trump e Ue sono su due posizioni opposte. Con l'Italia ancora una volta nel ruolo di pontiere. Sul capitolo dazi la partita tra Ue e Stati Uniti è appena iniziata. Nelle dichiarazioni alla stampa a Washington, Trump si è detto certo che «ci sarà al 100% un accordo sui dazi con l'Unione europea» ma allo stesso tempo non ha rinnegato la sua strategia: «No - ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se Meloni gli avesse fatto cambiare idea - i dazi ci stanno arricchendo, stavamo perdendo tanti soldi con Biden, miliardi di dollari sul commercio, adesso la marea è cambiata». Questo restando alle parole. Ma se si va a leggere la dichiarazione congiunta rilasciata al termine dell'incontro (che ha un maggiore valore) si evidenziano delle criticità non da poco per l'Ue. Dunque Meloni e Trump si impegnano a «collaborare per garantire che il commercio tra Stati Uniti ed Europa sia reciprocamente vantaggioso ed equo». Ma gli Usa - e l'Italia conviene - pongono subito un tema rilevante e che sta molto a cuore all'amministrazione, ovvero l'attività e la tassazione dei colossi tecnologici, su cui Bruxelles tiene acceso un faro.

Sul fronte

della politica interna da registrare gli attacchi della sinistra con il capogruppo M5S alla Camera, Riccardo Ricciardi, e Angelo Bonelli di Avs che parlando senza mezzi termini di «svendita dell'Italia» agli interessi Usa.

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