"L'Europa sa che col Pnrr stiamo pensando al 2050"

Il sottosegretario a Palazzo Chigi: "I progetti Cipess? Parte di un piano legato ai fondi Ue"

"L'Europa sa che col Pnrr stiamo pensando al 2050"
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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, senatore della Lega, Alessandro Morelli, con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica per Palazzo Chigi, ne è convinto: il governo Meloni sta costruendo l'Italia del 20250. E per interpretarne il segno serve incrociare i progetti del Pnrr con le delibere del Cipess, di cui Morelli è segretario, che sono state approvate due giorni fa.

Senatore, la terza rata del Pnrr è arrivata. Al netto dei gufi.

«Sì, continuano a dire che siamo isolati. Ma in poche ore abbiamo ottenuto la terza rata, la liberazione di Patrick Zaki grazie all'interlocuzione con Al-Sisi e l'accordo sui migranti con la Tunisia. Se questo è isolamento, mi auguro che da sinistra continuino a criticarci. Magari ci portano fortuna. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che noi non siamo soltanto impegnati nella realizzazione del Pnrr ma anche in una parziale revisione, com'è noto. Un doppio impegno, quindi. Ma i risultati si stanno vedendo. Banalmente: se non esistesse un afflato riformistico, la terza rata non sarebbe arrivata. Eppure l'Europa ce l'ha destinata».

E sul Pnrr: qual è lo stato dell'arte?

«C'erano delle difficoltà, e ci sono, legate proprio alle tempistiche del piano. Devo dire che, risolte le problematiche normative, oggi possiamo dire che i cantieri sono davvero vicini. Un cittadino potrebbe asserire che non ha ancora toccato niente del Pnrr. Ecco, tra poco si potrà sostenere il contrario. E il tutto va incrociato con le delibere del Cipess, comprese quelle di due giorni fa. Siamo fortunati perché stiamo costruendo l'Italia del 2050. In Italia di solito un governo dura un anno e mezzo, noi abbiamo tutt'altre prospettive».

Lei dice «incrociare» le delibere del Cipess con il Pnrr.

«Guardi è semplice. Le faccio un esempio. Il governo ha sbloccato la questione del porto di Genova, con la diga foranea e il terzo Valico. Ecco che se non avessimo al contempo previsto un collegamento diretto tra Genova e Milano con il quadruplicamento ferroviario della Milano Genova l'idea complessiva avrebbe avuto molto meno significato. Ma è intervenendo così, ossia intersecando i progetti, che noi vogliamo costruire la nazione che abbiamo in mente. Nel caso di Genova, abbiamo reso il suo porto competitivo con i principali omologhi europei».

E le delibere approvate ieri, che comunque mettono a terra molti miliardi.

«Pure nel caso di Vicenza, con l'alta velocità, abbiamo dimostrato di avere una progettualità coerente nell'insieme. Ma al Cipess ci siamo occupati di molto altro, a partire dai milioni che abbiamo destinato all'Abruzzo per recuperare il gap derivante dal sisma del 2009. E poi la tre valli d'Umbria, che è un'opera attesa da decenni. Per non parlare della Lecco-Bergamo e dei soldi stanziati per la Torino-Lione.

Devo dire che siamo fortunati ad avere lo spazio politico, perchè questo è un governo politico che durerà cinque anni - lo ricordo soprattutto ai nostri avversari, che a volte si dimenticano che siamo stati noi a vincere le elezioni - per poter immaginare cosa dev'essere l'Italia da qua a trent'anni».

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