Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, oggi era stato chiaro: la fine dell'Operazione Sophia, a detta del capo della Difesa, ha portato a un incremento delle attività delle Ong. Quelle stesse organizzazioni che oggi Matteo Salvini vuole fermare a ogni costo e che considera la vera e propria spina nel fianco della sua politica per la tutela dei confini. Torna quindi lo scontro Lega-Movimento 5 Stelle sull'immigrazione, e torna soprattutto il duello fra Salvini e Trenta, che, in qualità di ministri di Difesa e Interno si giocano la partita della protezione del Paese e del contrasto all'immigrazione clandestina.
E la Trenta, dalle colonne del Corriere della Sera, gioca la sua ultima carta: l'Operazione Sophia. Il ministro pentastellato ha infatti commentato il nuovo flusso di navi delle ogn cariche di migranti puntando il dito sul fatto che sia stato proprio Salvini la causa indiretta di questo boom con il suo muro contro l'operazione Eunavafor Med. Quella che appunto è passata alla storia come operazione Sophia. Ebbene, le parole del ministro sono state chiare quanto provocatorie: "Quanto sta accadendo in questi giorni si sarebbe potuto evitare. Lo avevo detto a Matteo Salvini: senza la missione Sophia torneranno le ong. Non ha voluto ascoltare e adesso si lamenta".
Il problema è che la titolare del dicastero della Difesa dà per scontato qualcosa che non lo è affatto. Ed è stata la stessa Commissione europea a ricordaglielo (un dato rilevante, visto che tutto si può dire meno che i vertici Ue siano favorevoli alla politica promossa dall'ala leghista del governo). La portavoce della Commissione europea, Maja Kocijancic, ha infatti messo da subito le cose in chiaro sul rapporto tra Sophia e esplosione del traffico di navi delle Ong nel Mediterraneo centrale: "Sapete qual è la nostra posizione sull'operazione Sophia e sapete che le unità navali sono al momento sospese e questa sospensione non è la nostra soluzione preferita perché il mandato (dell'operazione) non può essere realizzato pienamente. Ma sarei cauta a fare ogni connessione" tra sospensione delle operazioni militari e Ong.
Insomma, è la stessa Unione europea a mettere le cose in chiaro: un conto è sostenere l'operazione Sophia, un altro è ritenere che esista un effettivo legame tra l'assenza delle forze aeronavali dei Paesi Ue coinvolti e l'impegno delle organizzazione non governative sulla rotta Libia-Italia. E del resto non è un mistero che l'operazione europea abbia avuto dei risvolti positivi in termini politici e strategici. Ma è altrettanto evidente che la presenza di navi militari nel Mediterraneo centrale al pari di mezzi aerei di controllo del traffico marittimo non abbiano messo veramente fine al traffico di esseri umani. Ed è uno dei motivi per cui molti governi (fra cui quello italiano di cui fa parte la stessa Trenta) voleva far finire la missione. La fase della missione non permetteva infatti lo sradicamento del traffico di esseri umani, che non si è mai fermato se non per merito degli accordi con Tripoli.
Ma soprattutto l'operazione prevedeva che i migranti sbarcassero nel primo porto sicuro: e il porto sicuro per Eunavfor Med era proprio l'Italia. Insomma: non erano le Ong, ma erano direttamente le navi militari dei Paesi coinvolti. Ma per la Trenta e i 5 Stelle, evidentemente andava tutto bene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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