L'Europa sfida Erdogan, ma per finta

"Rispetto per i diritti umani" ma offre nuovi fondi per i migranti

L'Europa sfida Erdogan, ma per finta

Mentre il governo turco fa arrestare alcuni ammiragli che in una lettera aperta gli chiedevano di non tradire lo spirito riformatore di Ataturk, i vertici dell'Ue incontrano ad Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ufficialmente per ricucire le relazioni dopo gli strappi dello scorso anno, ma più pragmaticamente per gettare le basi sul nuovo accordo relativo ai migranti, ben 5 milioni, che si trovano su suolo turco e che Erdogan minaccia di inviare in Europa, via Grecia.

Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, e il presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, da un lato esortano la Turchia a rispettare lo stato di diritto ed esprimono preoccupazione per l'uscita dal trattato sulle donne. Ma dall'altro sono consapevoli del potere turco esercitato ormai in buona parte del Mediterraneo anche per le troppe titubanze europee, dalla Libia alla Siria, passando dall'Egeo dove Erdogan rivendica il gas greco e cipriota senza alcun appiglio di leggi e trattati internazionali. Bruxelles nel 2016 aveva siglato un accordo da 6 miliardi di euro con Ankara: e oggi Erdogan chiede altri denari per disinnescare la bomba rappresentata dai migranti. Per questa ragione la Commissione europea farà presto una proposta ad Ankara per garantire nuovi fondi per i rifugiati, ha detto il numero uno dell'Ue, aggiungendo che l'Europa vuole «relazioni molto migliori» con Ankara, ma che è «ancora presto».

Il nodo rappresentato dalla mancata unione doganale investe la questione di Cipro, che dal 1974 è occupata da 50mila militari turchi: dalla scoperta dei giacimenti di gas in poi, la Turchia ha deciso per irrobustire la già di per sé linea dura, anzi raddoppiandola, visto che avanza pretese anche sull'isola greca di Kastellorizo, dove Gabriele Salvatores girò il suo Mediterraneo. Per questa ragione la scorsa estate ha inviato navi della marina per sostenere una missione di esplorazione energetica nelle acque di stati membri dell'Ue come Cipro e Grecia. Nel mezzo le avances turche ai nuovi players di area e non, come Cina e Russia, che si intrecciano con un certo immobilismo dell'Ue dove il commissario Borrell non affronta Erdogan.

L'unico che fa la voce grossa è Manfred Weber, leader del Ppe all'europarlamento, che parla apertamente di utopia circa l'adesione turca all'Ue: Bruxelles vorrebbe dare a Erdogan la prospettiva di una maggiore cooperazione economica. Ma Weber è scettico.

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