Sesso, soldi e politica: il Qatar-gate travolge la sinistra. L'inchiesta sulle sospette mazzette, arrivate dal Qatar a funzionari ed eurodeputati, galoppa e lambisce il Pd italiano. E intanto spunta un accordo di cooperazione tra Italia e Qatar voluto da Monti nel 2012 e ratificato dal governo Conte bis il 27 maggio del 2020. L'intesa tra Italia e Qatar prevedeva la collaborazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica. In Parlamento solo Fratelli d'Italia e Lega (al Senato) si opposero alla ratifica. Ma è l'indagine belga che fa tremare pezzi dem. Dopo il fermo di Antonio Panzeri, ex deputato europeo del Pd, i pm stringono il cerchio su Francesco Giorgi, assistente dell'europarlamentare dem Andrea Cozzolino. Giorgi, indagato a Bruxelles nell'inchiesta sulla corruzione del Qatar, è anche legato sentimentalmente ad Eva Kaili la vicepresidente greca dell'Europarlamento arrestata ieri nella stessa inchiesta. In passato è stato collaboratore di Panzeri. Un intreccio tra politica, amore e soldi. Il nome di Giorgi porta dritto a Cozzolino: europarlamentare napoletano alla terza legislatura, esponente storico della sinistra italiana, che però negli ultimi mesi si è avvicinato al M5S. L'eurodeputato non è indagato né è stato contattato al momento dai pubblici ministeri di Bruxelles. Ma resta una figura chiave per ricostruire il quadro di relazioni tra gli Stati esteri e la politica di Bruxelles. Cozzolino è stato al centro di un'altra circostanza importante: il 23 novembre scorso votò contro la risoluzione del Parlamento europeo sulla Russia come Stato terrorista. L'europarlamentare napoletano si difende e allontana i sospetti: Giorgi non si occupava di Qatar ma dei rapporti dell'Ue con i Paesi del Maghreb - Marocco, Tunisia, Algeria - visto che Cozzolino è presidente della delegazione Ue per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo, comprese le commissioni parlamentari miste Ue-Marocco, Ue-Tunisia e Ue-Algeria. Cozzolino - sempre secondo quanto fa sapere il suo staff - avrebbe deciso di prendere Giorgi come assistente perché già lo conosceva come esperto dei Paesi nordafricani al Parlamento europeo, nella sua attività precedente. Proprio per questo non ci sarebbe stata un'interlocuzione con Panzeri a proposito di Giorgi in quanto questi era già noto come esperto di Maghreb a Cozzolino, il quale si sarebbe mostrato sorpreso dell'arresto del suo collaboratore. Intanto l'inchiesta provoca le prime scosse: la commissione di garanzia di Articolo Uno Lombardia sospende Panzeri. Dal fronte di destra, la Lega chiede «la convocazione urgente del Copasir e l'interessamento della commissione speciale al Parlamento europeo sulle ingerenze straniere dopo le indagini, le perquisizioni e gli arresti che hanno coinvolto un eletto del Pd e altri esponenti di primo piano della sinistra a Bruxelles». Si muove l'Ue che valuta di revocare tutti gli accordi con il Qatar.
La delegazione degli eurodeputati del Pd a Bruxelles dovrebbe, invece, riunirsi oggi o domani per decidere una linea comune di fronte all'inchiesta per sospetta corruzione condotta dalle autorità belghe, che ha portato al fermo di cinque persone, tra cui la vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, espulsa dal Pasok e sospesa dal gruppo S&D ma tuttora vicepresidente dell'Aula, l'ex eurodeputato dell'S&D Panzeri e il segretario generale dell'Ituc Luca Visentini.
All'Europarlamento avanza anche l'ipotesi di bloccare la liberalizzazione dei visti per il Qatar: «Non può esserci alcuna liberalizzazione dei visti per il Qatar» scrive in un tweet l'eurodeputato dei Verdi, Eric Marquardt, relatore del testo che avrebbe dato il via libera all'esenzione dei visti per l'Ue a favore dei cittadini provenienti da Qatar e Kuwait. «Il voto previsto su questo punto sarà rinviato alla commissione per gli affari interni per trarre le giuste conclusioni, oppure voteremo contro la liberalizzazione dei visti come Parlamento», spiega il verde.
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