Se il mecenatismo viene solitamente letto come una restituzione di quanto si è ricevuto, le storie di Stephen Schwarzman e di Li Ka-Shing hanno bisogno di un'altra interpretazione. Schwarzman non si è laureato a Oxford, ma negli Stati Uniti. Il signor Li l'università non l'ha proprio fatta: a 15 anni ha lasciato la scuola per mettersi a lavorare. Eppure tutti e due hanno donato parte della loro (ampia) fortuna ad atenei in cui non hanno mai seguito una lezione, né svolto alcun esame. Il miliardario americano l'ha fatto sulla scia del ricordo di una visita fatta al campus inglese quando aveva 15 anni, nel 1963. L'omologo cinese, in una nota stringata, ha citato l'importanza di preparare ragazzi «che sappiano affrontare le sfide di un'economia globale sempre più complessa».
Schwarzman, 72 anni, presidente e amministratore delegato della società di private equity Blackstone, ha versato nelle casse della University of Oxford 150 milioni di sterline. Obiettivo: finanziare la ricerca umanistica e studiare le ripercussioni sociali dell'intelligenza artificiale. Secondo l'ateneo si tratta della donazione più generosa mai ricevuta «dai tempi del Rinascimento». Tutto è successo dopo un incontro del magnate con la vice preside Louise Richardson. «Per oltre mille anni - ha detto Schwarzman - Oxford è stata il fulcro della civilizzazione e del sapere dell'Occidente». Vero, ma a convincerlo a staccare l'assegno sono state anche la «bellezza» e l'«antichità» del luogo, rimaste intatte da quella visita di oltre cinquant'anni fa. E così il 72enne - patrimonio stimato di 12 miliardi di dollari, al 100esimo posto dell'ultima lista dei miliardari stilata da Forbes - è entrato nella storia dell'ateneo. Non è, però, la sua prima donazione a istituzioni culturali: il presidente del gruppo Blackstone (fondato insieme all'ex amministratore delegato di Lehman Brothers, Pete Peterson) è già tra i mecenati della biblioteca pubblica di New York, nonché sponsor di alcune borse di studio al Massachusetts Institute of Technology e all'Università Tsinghua in Cina.
Mentre la cifra da record veniva accreditata sul conto dell'università di Oxford, un annuncio analogo arrivava dall'altra parte del pianeta. Li Ka-Shing - soprannome «Superman», uno degli imprenditori più ricchi e influenti dell'Asia - ha comunicato ieri che i ragazzi che nei prossimi cinque anni frequenteranno la Shantou University, nella provincia cinese di Guangdong, non dovranno preoccuparsi di nulla: ci penserà lui a pagare le tasse per tutte le matricole. Secondo le stime, l'iniziativa costerà alla sua fondazione circa 14 milioni e mezzo di dollari all'anno. D'altronde anche il patrimonio di Li si fa rispettare: ormai 90enne, sempre secondo Forbes ha accumulato una fortuna pari a 30,4 miliardi di dollari, il che lo rende l'uomo più ricco di Hong Kong (dove vive fin da piccolo, quando lasciò la Cina con i genitori) e il 28esimo più facoltoso del mondo. Il suo successo nasce da una piccola attività aperta nel settore della plastica: oggi si chiama CK Hutchison ed è un conglomerato che dà lavoro a 320mila dipendenti, guidato dal figlio Victor. Il fiuto per gli affari portò Li a investire in Facebook già nel 2007, quando in pochi conoscevano Mark Zuckerberg e la sua piattaforma, e poi ancora in Siri e Spotify.
Ma in questo caso il business non c'entra: «La Li Ka-Shing Foundation spera che questa iniziativa possa alleviare l'onere finanziario per le famiglie e incoraggiare gli studenti al perseguimento di interessi personali». Per uno che a 15 anni era in fabbrica, un modo per restituire anche ciò che non si è ricevuto.
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