La libertà (privata) di discriminare

Aziende punite per le assunzioni

La libertà (privata) di discriminare
00:00 00:00

Betty Blue, l'azienda di moda di Elisabetta Franchi, è stata condannata dal tribunale di Busto Arsizio per discriminazione a causa di un annuncio di lavoro per sole donne under 40. Lo chiamano problema di comunicazione ma, come al solito, è semplicemente un problema di libertà. Perché il datore di lavoro ha il diritto di discriminare, anche se ci sembra inaccettabile. Forse il proprietario di una palestra non è libero di assumere esclusivamente dipendenti atletici e muscolosi? Che poi gli stessi che rispondo di sì segretamente sognano un mondo in cui i baristi vietano l'ingresso nei locali ai naziskin. Come spiega Walter Block ne Le ragioni della discriminazione (Liberilibri 2023), non esiste rapporto privato che sia allo stesso tempo illecito e volontario. Se è volontario non è illecito. Se scelgo volontariamente di non assumere i calvi o gli alti non sto commettendo nessun delitto. La discriminazione è sbagliata solo quando a farla è lo Stato. Se la fa un privato non è razzismo, ageismo, abilismo e quel che volete, ma una scelta che ricade esclusivamente su una proprietà privata. Magari una scelta di cattivo gusto, ma non un crimine.

Ve lo immaginate essere condannati per aver invitato a casa vostra solo i vostri amici e non il vicino, o solo un gruppo di ragazzi africani e nessuna donna? O solo donne e nessun uomo? O solo donne e uomini italiani e nessuno straniero? In Italia siamo vittime di un grave inganno che ci fa distinguere tra una casa e un'azienda, ma sono la stessa cosa. Se non vi è chiaro avete un problema di comunicazione. Perdón. Un problema con la libertà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica