La notizia della liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo sequestrati e tenuti prigionieri in Libia da 108 giorni è stata accolta con soddisfazione dal leader della Lega Matteo Salvini. L’ex ministro dell’interno, intervenendo in Aula al Senato dove si sta discutendo delle modifiche ai dl sicurezza, ha affermato che "quella di oggi deve essere una giornata di festa per tutti se così sarà, senza distinzioni politiche e partitiche”.
Salvini non ha però risparmiato forti critiche al governo in merito alla comunicazione fatta mentre i nostri concittadini si trovano ancora nel Paese nord-africano. "Questo tipo di operazioni si annunciano a pescatori rientrati in Italia", ha spiegato Salvini che, così, ha lasciato intendere che la diffusione affrettata della notizia tanto attesa potrebbe rivelarsi controproducente per il buon esito della vicenda. Una stoccata all’esecutivo il leader leghista la riserva anche sull’annuncio del viaggio del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in volo per Bengasi:"Non vorrei che chi decide cosa deve dire o non dire il presidente del Consiglio, e ogni riferimento a Casalino è puramente non casuale e voluto, metta a rischio un'operazione delicata di cui qualcuno si sta occupando da settimane, perché certe cose prima si fanno e poi si annunciano".
Una operazione delicata, quella della liberazione dei pescatori italiani, che Salvini sottolinea non è stata portata avanti "da parte politica ma da servizi di 007 che vigilano sulla sicurezza del Paese". Parole che non sono piaciute a tutti. In Aula, infatti, sono iniziati brusii subito, però, stoppati dallo stesso leader della Lega che, rivolgendosi ai contestatori, ha invitato "chi non è interessato" ad "uscire dall'Aula".
Il ruolo fondamentale dei nostri servizi segreti per la felice conclusione della vicenda dei pescatori offre a Salvini lo spunto per un altro affondo contro il governo.
Il leader leghista, infatti, afferma come sia "squallido, vergognoso e irrispettoso che persino sui giornali si legga che oggetto della verifica e del rimpasto di governo siano le nomine dei servizi segreti. È una cosa indegna di una democrazia sviluppata".
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