Combattere lo Stato impedendo i rimpatri. È questa la nuova frontiera dell'antagonismo di sinistra militante, che si organizza per cercare di «bloccare gli ingranaggi» della «macchina dei rimpatri». Gli ideologi no-border, no-Cpr e sì-immigrazione, gli stessi che nelle manifestazioni, ma sotto altre insegne, sono anche pro-Palestina e anti-governo, suggeriscono una nuova strategia di disobbedienza civile per impedire che i soggetti colpiti da ordine di espulsione lascino l'Italia.
L'idea è che i passeggeri di un volo a bordo del quale è presente un soggetto in via rimpatrio ne impediscano il decollo. Come? Sfruttando a proprio vantaggio le procedure di sicurezza: un aereo non può decollare, e non può nemmeno lasciare il proprio stallo, finché tutti i passeggeri non sono seduti e con le cinture allacciate. Se, quindi, si contravviene a questa regola, restando in piedi e chiedendo con insistenza che la persona in via di rimpatrio venga fatta scendere dall'aereo, secondo la logica dei collettivi si raggiunge il risultato.
«Un modo per ritardare la partenza, chiedendo lo sbarco della persona in stato di trattenimento coatto, è rimanendo in piedi nell'aeromobile, impedendo così la partenza fino all'ottenimento della richiesta di discesa», si legge nel comunicato del centro sociale che ha lanciato l'iniziativa. Sono gli stessi che alcuni mesi fa hanno cercato di bloccare un rimpatrio all'aeroporto di Malpensa impedendo il decollo di un aeromobile con un'invasione della pista. Fermarono l'aereo ma il soggetto che volevano liberare era su un altro volo, che nel frattempo stava decollando dall'aeroporto di Bologna.
Gli antagonisti si dilungano anche nello «spiegone» su come riconoscere un soggetto che sta venendo riportato nel proprio Paese con un ordine di espulsione: «Pattuglie delle forze dell'ordine fuori (affianco o di fronte) all'aereo; una persona razzializzata, nera o est-europea, seduta nell'aeromobile con affianco 2 brutti ceffi». Che sarebbero gli agenti di scorta della nostra Polizia di Stato, che spesso effettuano l'accompagnamento in borghese.
Ma l'informazione che forniscono nel loro «vademecum» è incompleta, perché non spiegano che chiunque tenti questo approccio rischia concrete conseguenze legali e, soprattutto, l'inserimento nella black-list della compagnia aerea come persona non gradita. Il che significa non poter più volare con quel vettore. Quanti «compagni» saranno disposti a un simile sacrificio per «giocare» alla rivoluzione?
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