L'inchiesta Forza nuova-Cgil: "C'era l'accordo con la Digos"

Disposto il carcere per Fiore e Castellino. La difesa in udienza: "Nella sede non abbiamo sfasciato nulla"

L'inchiesta Forza nuova-Cgil: "C'era l'accordo con la Digos"

Assalto alla Cigl. «C'era un accordo con la Digos per andare lì a manifestare. L'ha confermato la polizia». E al termine degli interrogatori, il gip Annalisa Marzano dispone la custodia cautelare in carcere per i No Pass accusati degli scontri di sabato. «Forza Nuova? Sciolta da mesi, eravamo lì non come militanti» spiega Roberto Fiore, 62 anni, una condanna a 9 anni per banda armata mai scontata, fondatore e leader del partito di estrema destra FN. L'avvocato Carlo Taormina, che difende Fiore, Giuliano Castellino (nel tondo) assieme all'avvocato Sandro D'Aloisi, Luigi Aronica, Biagio Passaro di #IoApro, Salvatore Lubrano e Pamela Testa, ha depositato un video che documenta la trattativa fra l'ex Nar Aronica e le forze dell'ordine.

Per il gip, però, non è contestualizzato. «È stata richiesta l'autorizzazione - spiega Taormina - sono passati 20 minuti perché si attendeva l'ordine superiore. Punto. Se ad Aronica avessero detto non ci rompete le scatole, alla Cgil non sarebbe andato nessuno». «Abbiamo ricostruito i comportamenti di tutti - continua -, della polizia, dei miei (assistiti ndr), dei non miei». Accuse pesanti a chi ha gestito l'ordine e la sicurezza della capitale dal difensore dei sei, sette imputati con il figlio della compagna di Castellino, Fabio Corradetti, 20 anni, per il quale è stato già convalidato l'arresto. «C'era l'idea di andare a Palazzo Chigi - ricostruisce Taormina - Castellino dice: Non andiamo a palazzo Chigi perché temeva che potesse succedere qualcosa. Aronica parlamenta con la Digos. Chiedono: Portateci alla Cgil. Fanno l'accordo, il cordone di polizia va avanti, loro vanno dietro la polizia verso villa Borghese».

La devastazione della Cigl? In udienza i sei arrestati si tirano fuori da ogni accusa. «Non abbiamo sfasciato nulla. All'interno della sede sindacale c'era solo Fiore. Volevamo fare un sit-in all'interno della Cigl, ma alcuni facinorosi sono sfuggiti al controllo e hanno preso il sopravvento», dichiarano. Secondo quanto racconta al gip Fiore, ex agente del MI6 di sua maestà britannica, lui stesso sarebbe entrato in un secondo momento, quando all'interno della sede Cigl c'era già la polizia. Anche Aronica prende le distanze dall'assalto. Insomma, secondo la difesa Fiore e Castellino danno l'incarico ad Aronica, quello più in contatto con la polizia, di chiedere l'autorizzazione per il corteo. Fra le varie ipotesi: andare a Palazzo Chigi o da Landini. Il responsabile della Digos in piazza, secondo gli arrestati, promette di parlare coi suoi superiori. Dopo mezz'ora verrebbe autorizzato il passaggio da piazza del Popolo alla Cgil. Tremila persone si staccano dai 10mila in piazza. Vanno verso piazzale del Brasile, superano porta Pinciana e arrivano al 25 di Corso Italia dove avviene l'assalto armato. Versione che si scontra con l'inchiesta della Procura. «La polizia aveva creato un cordone - scrivono i pm sulla richiesta di convalida - a tutela della sede del sindacato. Castellino, Fiore e Aronica istigavano a commettere atti di violenza nei confronti della polizia e a invadere e devastare la sede della Cigl». «Fiore organizza, pianifica, sollecita, idealizza, istiga ma non si sporca le mani» scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare per i sei arrestati.

«Fiore non si espone nei comizi, non collabora alla devastazione dei locali del sindacato ma organizza la manifestazione, dirige i cortei, ne stabilisce i percorsi, tratta e parla con le forze dell'ordine e decide quando l'azione criminosa deve cessare», scrive il giudice. «È bastato che entrasse all'interno della Cgil per invitare i manifestanti a liberare i locali comprovando le capacità persuasive, capace di orientare le masse con poco».

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