Rivoluzione sui migranti. L'Europa sta con l'Italia

Bozza di regolamento della Commissione europea: "Sì a hub in Paesi terzi per far rientrare gli irregolari, serve un sistema comune per gestire le espulsioni"

Rivoluzione sui migranti. L'Europa sta con l'Italia
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L'Italia porta a casa una significativa vittoria sull'immigrazione, la sinistra europea si mette di traverso ma la rotta è tracciata. Il nuovo Piano asilo e migrazione riforma il sistema dei rimpatri dei migranti irregolari, uno dei punti più deboli della gestione dei flussi migratori nell'Unione. Una riforma che si muove secondo le direttive che il nostro Paese reclama da molto tempo: rimpatri accelerati di chi non ha diritto a stare in Europa attraverso return hubs extra Ue dove inviare migranti la cui domanda d'asilo sia stata respinta, lotta all'immigrazione clandestina, hotspot per la gestione delle domande sul modello Albania, stretta sulle richieste strumentali di diritto d'asilo che alimentano i mercanti di uomini, un'unica legislazione Ue che faccia chiarezza di norme nazionali pasticciate e conflittuali che impediscono l'accoglienza di chi ha veramente diritto a scappare da guerre e carestie. Arriva infatti l'ordine di rimpatrio europeo che vale per tutti e 27 i Paesi membri Ue, che ha l'ambizione di superare i diversi sistemi nazionali di rimpatrio. «Coloro che vengono rimpatriati forzatamente riceveranno un divieto di ingresso e saremo più severi laddove ci siano rischi per la sicurezza», assicura Ursula von der Leyen. La proposta di regolamento che verrà presentata oggi si applicherà in tutti gli Stati membri senza bisogno di essere recepita nei singoli ordinamenti. «L'attuale mosaico di 27 diversi sistemi nazionali di rimpatrio, ciascuno con il proprio approccio e le proprie procedure, compromette l'efficacia dei rimpatri a livello Ue, incentiva gli arrivi illegali ed espone i clandestini a condizioni precarie e allo sfruttamento da parte delle reti criminali», si legge nell'introduzione del testo.

È sui return hubs che si combatte la battaglia più difficile. La Ue vuole introdurre «la possibilità di rimpatriare persone nei confronti delle quali è stata emessa una decisione di rimpatrio verso un Paese terzo con il quale esiste un accordo o un'intesa di rimpatrio» purché «soggetta a condizioni specifiche per garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone interessate». Non è il modello Albania, sebbene allo studio del Viminale ci sia l'ipotesi di destinare uno dei due hotspot per l'analisi delle domande di asilo in un Cpr da adattare a return hub ma serve un decreto a cui il governo sta lavorando.

«Per funzionare, qualsiasi sistema di gestione della migrazione deve avere una politica credibile ed efficace in materia di rimpatrio. Quando persone che non hanno il diritto di rimanere nell'Ue rimangono, l'intero sistema di migrazione e asilo viene minato. È ingiusto nei confronti di coloro che hanno rispettato le regole, compromette la capacità dell'Europa di attrarre e trattenere i talenti e, in ultima analisi, erode il sostegno dell'opinione pubblica a favore di società aperte e tolleranti», si legge nel documento.

Dopo le prime indiscrezioni sulla bozza il gruppo dei S&D Socialisti e democratici a Bruxelles si è messo subito di traverso: «Gli hub di rimpatrio non possono far parte della visione Ue sui rimpatri, bisogna lavorare in modo costruttivo sulla direttiva rimpatrie riportare il Patto sulla migrazione e l'asilo in linea con i valori progressisti». La vicepresidente Ana Catarina Mendes insiste: «Questo nuovo approccio sarà una cartina al tornasole per la nuova Commissione, la politica migratoria è complicata e richiede negoziati approfonditi».

«Sul regolamento europeo sui rimpatri il centrodestra continua a fare propaganda senza raccontare la verità sui centri di detenzione per migranti in Albania da oltre 800 milioni di euro», sibila il leader Avs Angelo

Bonelli. «Chi scommette sul fallimento del protocollo con l'Albania è destinato a ricredersi, la normativa Ue sui Paesi sicuri e rimpatri veloci va in questa direzione», sottolinea il titolare al Viminale Matteo Piantedosi.

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