«A vete visto la mia fantastica paziente e la liposcultura hot che le ho fatto? Adesso chiudo, ciao. Baci, bacetti. L'unica cosa che voglio è che le mie pazienti siano felici e in salute. Buongiornissimo splendidissimo!».
Quando, a fine aprile, siamo finalmente riusciti a parlare con il chirurgo estetico Antonio Francesco Franco, 30 anni, meglio conosciuto come «Aesthetic Franco», tra le sue pazienti giravano ancora i video bene auguranti da lui stesso «confezionati» e poi postati su Instagram su profili che hanno sicuramente fatto la sua fortuna e che poi, via via, continuava a chiudere. In realtà, l'uomo che ha convinto su Instagram anche donne che prima non ci avrebbero neanche mai sperato, a trasformare il loro corpo a prezzi modici (5mila euro o giù di lì per una liposcultura, un po' per bonifico e un po' in nero) e sul quale da qualche giorno indagano le procure di Napoli e Brindisi (l'ipotesi di reato è lesioni colpose) per una serie di liposculture, addominoplastiche e mastoplastiche (circa una settantina) dagli esiti disastrosi, adorava i complimenti ma sfuggiva le critiche. Refrattario alle troppe pazienti scontente che, non riuscendo a lamentarsi con lui direttamente («dopo l'intervento era introvabile o comunque rispondeva stizzito, con difficoltà, per poi bloccare le persone o rifiutare le chiamate» giurano molte di loro), iniziavano a insultarlo sulle chat e allergico a chi gli chiedeva lumi sulla sua laurea in medicina presa in Romania, e l'ormai celeberrimo master in chirurgia plastica colombiano ottenuto, a suo dire, alla scuola del celebre chirurgo plastico Alfredo Hoyos, quando sono cominciate a fioccare le denunce il medico social è diventato via via meno social per poi scomparire del tutto.
Quando gli abbiamo parlato Antonio Francesco Franco aveva disertato tutte le mediazioni che gli erano state proposte, ma ancora le procure pugliesi e campane non avevano deciso di procedere contro di lui. Così, dopo averlo contattato telefonicamente, gli avevamo chiesto se volesse dire la sua.
«Non rilascio interviste, vi ringrazio per avermi interpellato, ma visto che pure io nel frattempo mi sono rivolto a dei legali, preferisco non intaccare il percorso della legge». Nel frattempo, però, non solo sono partite le inchieste, ma le pazienti, anche quelle che ancora gli chiedono di essere operate, non sono più riuscite a rintracciarlo e il telefono di lavoro risulta spento. Ieri il Corriere della Sera lo dava a Dubai.
«Ma chissà, con uno come lui, vallo a sapere....». Il primo tra tutti noi colleghi a dargli la caccia, va detto, è stato il giornalista della testata giornalistica online barese quintopotere.it Antonio Conte che, con il cameraman Costantino Freda, dall'inizio dell'anno ha raggiunto e intervistato molte delle vittime, riprese perlopiù di spalle o con la voce contraffatta, di quello che lo stesso Conte ha ribattezzato ormai da tempo con sarcasmo «l'allegro chirurgo». Conte ha raccolto le sofferenze di donne e uomini distrutti, persone normalissime, talvolta disoccupate e che si sono sacrificate e indebitate, per poi ritrovarsi miseramente «rovinate», senza denaro e in condizioni fisiche peggiori di quelle precedenti.
Persone sulle quali raramente altri medici possono e vogliono porre rimedio al disastro combinato del collega.
Conte non si è risparmiato chilometri e disagi pur di raggiungere pazienti in lacrime e disperati, riuscendo a rintracciare persino la madre di Antonio Franco, la cantante romena Haiducii e il compagno della donna che (vedere per credere su YouTube) lo accusa di aver «stalkerizzato un'intera famiglia». Senza contare che al giornalista nel frattempo sono arrivate anche vere e proprie minacce.
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