L'ira di Vespa: la Rai snobba i 30 anni di "Porta a porta"

Nessuna citazione nel galà celebrativo. "L'anima dell'azienda resta sempre dalla stessa parte..."

L'ira di Vespa: la Rai snobba i 30 anni di "Porta a porta"
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Un post di poche righe su X per esprime tutto il disappunto e l'amarezza di chi, dopo sessant'anni di lavoro per la stessa azienda (la metà dei quali come conduttore di Porta a porta) non vede riconosciuto il proprio valore e il proprio ruolo. Bruno Vespa bacchetta la Rai. Per la celebrazione dei cento anni della radio (e i 70 della tv) si aspettava almeno una citazione. Che venisse riconosciuto tangibilmente il suo passaggio nella storia della televisione di Stato. «Alla celebrazione 100 anni radio e 70 televisione sono stati ricordati tanti buoni programmi - scrive il giornalista su X -, da Mixer a Chi l'ha visto. Non una parola sui 30 anni di Porta a porta. Cambiano le stagioni, ma l'anima profonda della Rai resta sempre dalla stessa parte». Una puntuta allusione, nel finale, a probabili ragioni politiche dietro la scelta editoriale. E invece di questo non si è trattato. Almeno così assicurano i vertici dell'azienda. Il direttore generale Roberto Sergio non commenta, ma dai piani alti di viale Mazzini fanno capire che si è trattato soltanto di una scelta autonoma e puramente estetica di chi ha preparato la scaletta delle brevi citazioni delle colonne sonore affidata all'Orchestra sinfonica nazionale della Rai sotto la direzione del Maestro Steven Mercurio. Ancor prima del post sui social Vespa aveva esplicitato con un gesto inequivocabile il suo disappunto. A beneficio, però, soltanto di coloro che erano seduti accanto a lui nella platea del Palazzo dei congressi dove sabato sera si celebrava, in diretta televisiva, la storia dell'emittente pubblica. «Ho abbandonato la sala - ha poi spiegato il giornalista - indignato per il trattamento riservato a Porta a Porta. Accanto al doveroso omaggio a monumenti dell'informazione televisiva come il Tv7 di Sergio Zavoli e il Quark di Piero Angela, sono stati ricordati giustamente tra gli altri programmi Mixer di Giovanni Minoli e Chi l'ha visto dalla compianta Donatella Raffai all'attuale conduttrice Federica Sciarelli. Non una parola, né una immagine sui 30 anni di Porta a Porta». Testimonianze di solidarietà arrivano ovviamente dal mondo politico che Bruno Vespa ha raccontato nel corso della sua lunga carriera sia come giornalista (e direttore) del Tg1 e poi ospitato nel suo salotto televisivo. Tra le frequentatrici più assidue degli ultimi lustri c'è Maria Elena Boschi, che ora siede nella Commissione di vigilanza Rai della quale è vicepresidente. «Con Porta a porta Bruno Vespa ha scandito la storia politica e sociale dell'Italia, entrando nei Palazzi e nelle case degli italiani. È un errore per la Rai, che ha accompagnato, e spesso guidato, la crescita culturale del Paese, cancellare una storia di 30 anni. Uno dei fiori all'occhiello dell'azienda. Soprattutto nel momento in cui si celebrano giustamente i 100 anni di storia della Rai, dei suoi successi, in una bella serata di festa per tutti coloro che vi lavorano e vi hanno lavorato».

Da segnalare anche il malizioso retroscena di Dagospia che vede nell'assenza di una citazione del programma nel galà celebrativo una

«ripicca» del dg Rai, visto che proprio il sito d'informazione di Roberto D'Agostino aveva sostenuto a suo tempo che Vespa era tra i suggeritori del nuovo vertice di viale Mazzini, con cambio di ruolo proprio per Sergio.

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