Lisbona piegata dal Covid scopre i sovranisti

Scontata la rielezione di de Sousa capo dello Stato. Ma decolla il populista Ventura

Lisbona piegata dal Covid scopre i sovranisti

Mentre la pandemia impazza il Portogallo va alle urne. Nei giorni in cui il Paese è colpito dall'ondata più violenta dall'inizio della crisi Covid, oggi oltre 9 milioni di elettori portoghesi andranno a votare per eleggere il presidente della Repubblica. Secondo i sondaggi il risultato sarebbe scontato: Marcelo Rebelo de Sousa, anche lui positivo al Covid nelle scorse settimane, dovrebbe essere rieletto al primo turno: fino a una settimana fa i sondaggi lo davano oltre il 60%. Anche se in questi giorni in cui tutto sembra saltare a causa della pandemia qualcuno inizia a parlare di un possibile secondo turno. Il presidente in carica che alle scorse elezioni vinse al primo turno con il 52% gode di un ampio favore nella popolazione. Appoggio che travalica di gran lunga l'elettorato del suo partito, il partito socialdemocratico, che a differenza di quel che farebbe pensare il nome è un partito di centrodestra.

Settantatre anni, ministro nei primi anni Ottanta, Rebelo de Sousa è giurista e giornalista, ha fondato e diretto due settimanali, ma la sua fama è dovuta alla lunga carriera di commentatore politico televisivo. A questa riconosciuta capacità di comunicare deve gran parte della sua popolarità come presidente, amplificata dalla scelta di rinunciare per gran parte del mandato alla residenza ufficiale nel Palácio Nacional de Belém, preferendo la sua casa privata a Cascais.

In queste elezioni, che arrivano mentre il Portogallo è presidente di turno dell'Unione europea, gli avversari sono poca cosa. Eppure la campagna elettorale è stata scaldata dall'irrompere di una figura nuova sulla scena politica lusitana. Si tratta di André Ventura, 38enne leader del partito populista di destra Chega, (in italiano «Basta»), un tipo senza freni, unico deputato del suo partito, in questi mesi ha cavalcato in ogni modo il malcontento per la crisi sanitaria. Ventura si definisce «un politico antisistema, che persegue una politica liberale in campo economico, nazionalista in quello culturale e conservatrice per quanto riguarda i costumi sociali». Si ispira dichiaratamente a Trump, non si fida dei vaccini ha dichiarato che sarà l'ultimo portoghese a farlo e vuole travolgere tutto, dal governo socialista in carica al presidente Rebelo de Sousa, cui ha dato del «fantasma». Ha alzato il livello dello scontro, provando a polarizzare le elezioni tra il Portogallo del Bene, il suo, e quello del Male, tutti gli altri. I sondaggi lo danno in crescita, intorno al 10%, tantissimo rispetto all'1% alle legislative 2019. La sua vittoria sarebbe arrivare secondo, superando la candidata socialista Ana Gomes, accreditata del 12% nonostante il suo partito sia al governo con un monocolore. Più indietro gli altri candidati della sinistra portoghese, tra cui Marisa Matias del Bloco de Esquerda, che ha ricevuto la sua dose di attacchi sessisti da Ventura per via del suo rossetto rosso che la farebbe, a suo dire, assomigliare a un bambola.

Le elezioni arrivano nel momento peggiore della pandemia per il Portogallo. Da venerdì 15 il Paese è tornato in lockdown e questa settimana sono state chiuse anche le scuole. Le cronache parlano di code di ambulanze in attesa davanti all'ospedale Santa Marta di Lisbona, il principale del Paese, per accogliere i malati rifiutati dagli altri nosocomi. I dati dicono che con 274 morti e oltre 15mila contagiati ieri è stato il giorno peggiore da marzo. Le prospettive sono tutt'altro che buone, visto che quella scatenatasi in questi giorni sarebbe la variante inglese del virus. Ma intanto oggi si vota lo stesso.

La Comissão Nacional de Eleições ha invitato gli oltre 9 milioni di elettori portoghesi a portarsi da casa la penna con cui crociare le schede e disinfettare i documenti di identità prima e dopo il voto. Resta da vedere quale sarà l'affluenza e soprattutto come gli elettori useranno quelle penne.

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