L'Italia ha chiesto ufficialmente l'attivazione dello Sure per 28,492 miliardi di euro: si tratta del piano europeo finalizzato a supportare la spesa dei Paesi per gli ammortizzatori sociali. In pratica per pagare la Cig causata dal Covid.
«L'importo si legge nella missiva indirizzata alla Commissione europea da Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, e da Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro è giustificato dalle misure che sono state messe in campo per tutelare i redditi dei lavoratori durante la crisi (il riferimento è, in particolare, ai provvedimenti previsti dai decreti Cura Italia e Rilancio; ndr)». Il lockdown, si legge nella lettera, pur essendo stato «molto efficace nel contenere la diffusione del virus», ha avuto un grave impatto sull'economia e sul sistema sociale italiano dando vita a «una situazione che terrà la produzione al di sotto dei livelli normali per un po' di tempo con gravi rischi di disoccupazione». Gli ultimi dati Ocse prevedono per fine anno un tasso di disoccupazione al 12,4% (dall'8,8% rilevato a fine giugno dall'Istat). Anche per questo, spiegano i ministri, «il governo sta cercando di prolungare le misure in scadenza a fine mese». Catalfo e Gualtieri sottolineano come la rapida attivazione dello Sure, che in tutto vale 100 miliardi, rappresenti un esempio positivo di solidarietà tra gli Stati e a favore dei lavoratori.
L'attenzione al lavoro e al Meridione è centrale anche nel decreto Agosto che, fino a dicembre, prevede degli incentivi per chi assume a tempo indeterminato e introduce per le aziende del Mezzogiorno un taglio del 30% sui contributi per tutti i lavoratori dipendenti.
L'intenzione di Gualtieri è ora quella di rendere la fiscalità agevolata a Sud «strutturale» affinché, «accompagnandosi a un piano di riforme e investimenti, possa ridurre il divario storico di crescita, occupazione e produttività tra il Sud e il resto del Paese». «L'Italia riparte se riparte il lavoro e, soprattutto, se riparte il Sud che ha delle potenzialità enormi e rischia invece di pagare il prezzo più alto della crisi», ha concluso il ministro che guarda già alla prossima tappa: «Il piano di investimenti e riforme connesso al programma Next Generation Eu».
Il decreto è stato tuttavia bocciato da Confedilizia che ha espresso tutta la sua insoddisfazione per la mancanza, quanto meno in base alle comunicazioni finora diffuse, di «misure significative» destinate al comparto immobiliare. Fra i punti critici evidenziati Confedilizia l'estensione per un solo mese del periodo coperto dal credito d'imposta per gli affitti non abitativi e l'assenza di «una misura strutturale come la cedolare secca».
Quanto all'Imu, l'associazione sottolinea come il decreto «si limiti a disporre sgravi per il settore del turismo, peraltro reiterando l'errore di chiedere l'identità fra proprietario e gestore della struttura», nonostante «la patrimoniale sugli immobili» sia «un peso per cittadini ed imprese».
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