L'Italia dei bonus: le risorse del Pnrr dirottate all'estero. Svaniti nel nulla oltre 264 milioni

Le risorse del Pnrr dirottate verso l'estero anziché sui progetti che dovrebbero costruire la "ripresa" e la "resilienza"

L'Italia dei bonus: le risorse del Pnrr dirottate all'estero. Svaniti nel nulla oltre 264 milioni
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Le risorse del Pnrr dirottate verso l'estero anziché sui progetti che dovrebbero costruire la «ripresa» e la «resilienza». L'allarme è stato lanciato dall'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia che ha ricevuto segnalazioni di operazioni sospette collegate all'attuazione del Piano. Nel 2022 sono state 152 (di cui oltre il 27% relative a contesti potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata) per un importo complessivo superiore a 264 milioni di euro. Oltre la metà sono state inoltrate dalla Pubblica amministrazione, mentre la parte residua principalmente da banche e Poste.

In particolare, ha rilevato il direttore dell'Uif, Enzo Serata, nel Rapporto Annuale presentato ieri, le segnalazioni «hanno spesso evidenziato la presenza di reti di imprese indebitamente beneficiarie di finanziamenti agevolati o per cui si è registrato un utilizzo distorto delle risorse stanziate, frequentemente destinate all'estero, e la presenza di professionisti con ruoli di facilitatori». In pratica, ha rilevato Serata, gli incentivi legati al Pnrr hanno fatto spuntare un «florilegio» di intermediari, ossia «figure professionali che, assistendo le imprese nelle fasi di accesso alle agevolazioni, svolgono un ruolo nevralgico nella rete, facilitando condotte illecite per conto di titolari effettivi comuni». L'Uif ha pubblicato una recente newsletter in cui ha rinnovato l'invito a tutti i soggetti responsabili degli adempimenti antiriciclaggio, in particolar modo agli uffici della Pubblica amministrazione, a monitorare attentamente le operazioni riconducibili alle misure del Piano e a segnalare tempestivamente quelle sospette.

Ma non è il Pnrr il solo capitolo di spesa nel quale sono emerse criticità. Ad esempio, anche il bonus 18App, i 500 euro per i diciottenni da spendere in libri, teatri, cinema e concerti, ha dato il via a un «mercato nero». I rimborsi, spiega l'Uif, nei casi di frode «sono stati prelevati in contanti, anche attraverso ricariche di numerose carte prepagate di recente attivazione intestate a persone fisiche, spesso controparti comuni degli esercenti». Inoltre, quanto non si è fittiziamente speso è stato inviato tramite bonifici a «indagati, società di gioco e imprese riconducibili a nominativi contigui a esponenti della criminalità organizzata». Insomma, libri e altri beni culturali venivano venduti per finta e trasformati in contante con cui si giocavano scommesse. Così come molti di questi casi sono legati a esercizi commerciali sui cui conti non appaiono transazioni riferite a questo tipo di commercio e l'ipotesi appare avvalorata anche dall'assenza sui conti delle imprese esercenti di transazioni riferibili al commercio di beni e/o servizi legati al sussidio e da talune circostanze soggettive riferite alle imprese stesse, come la mancata iscrizione alle camere di Commercio o titolari percettori di reddito di cittadinanza.

Altri frequenti casi di frode riguardano gli intermediari di criptovalute senza adeguate strutture organizzative a tutela dei clienti e soprattutto senza rispetto delle normative antiriciclaggio. In questi casi i flussi finanziari verso queste entità si inseriscono in schemi volti a frodare il fisco mediante la cessione di finti crediti fiscali derivanti da bonus edilizi, i cui proventi sono prelevati in contanti ovvero impiegati per l'acquisto di valute virtuali e di lingotti d'oro. Il Superbonus 110% si è trasformato così in metallo prezioso, magari anche in assenza di lavori. Ecco perché il governo Meloni a febbraio ha bloccato lo sconto in fattura.

Nel 2022 le segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall'Uif sono state oltre 155mila, in aumento dell'11,4% annuo, per un controvalore di 94,9 miliardi (83,7 nel 2021). «Un'ampia maggioranza di segnalazioni - si legge nella relazione - proviene come di consueto dal sistema bancario e finanziario, con un accresciuto contributo dei prestatori di servizi di gioco e degli operatori non finanziari».

Restano trascurabili le comunicazioni inviate dalle Pa, nonostante «l'attuale momento storico in cui il massiccio intervento pubblico nell'economia rafforza l'esigenza di presidi per la tutela della legalità». Il Pnrr, 18App e il Superbonus sono in capo a una Pa che è lo specchio del Paese, dove tra «amici» ci si dà una mano, chiudendo un occhio sulle irregolarità. O anche tutti e due.

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