L'Italia dei fantasmi: trentamila persone sono sparite nel nulla

Introvabili da 40 anni, forse perduti per sempre. Più stranieri che italiani, più minori che adulti, più uomini che donne. E casi celebri rimasti un mistero

L'Italia dei fantasmi: trentamila persone sono sparite nel nulla

Trentamila anime svanite nel nulla. In Italia c'è un popolo di fantasmi, il cui nome compare nei dati della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza. Si tratta di uomini, donne, ma soprattutto minorenni, di cui da tempo si sono perse le tracce. Roberta Ragusa, Angelina Celentano, Ylenia Carrisi, Emanuela Orlandi e gli altri volti apparsi sui manifesti che a rotazione hanno tappezzato i muri delle nostre città hanno una sola cosa in comune: nessuno li ha mai più visti.

La dodicesima Relazione del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse, prefetto Vittorio Piscitelli, è di quelle che fanno venire i brividi. Nel Belpaese è oscura la sorte di trentamila soggetti. In quarant'anni, dal 1 gennaio 1974 al 31 dicembre dello scorso anno, sono state 149.036 le denunce presentate e sono 29.234 coloro che mancano ancora all'appello, la metà dei quali minorenni.

I dati svelano che al 31 dicembre 2014 gli individui ancora da rintracciare erano 29 in più rispetto al 31 dicembre 2013 (29.205). Tantissimi, anche se va sottolineato un miglioramento rispetto al confronto 2012-2013, quando nel triste elenco erano stati aggiunti 2.404 soggetti. Se al totale, si sommano gli italiani all'estero e gli stranieri che sono fuori ma di cui è stata denunciata la scomparsa in Italia, si arriva a quota 156.069. «Il dato resta allarmante - spiega Piscitelli -. Dal 2012 al 2014 passiamo da 120.791 a 149.036 denunce: ogni anno 10-15 mila persone spariscono». Ma c'è un fattore positivo, che non bisogna ignorare. Negli ultimi sei mesi il trend è stato positivo perché sono stati riportati a casa più 8.800 soggetti a fronte di 8.271 segnalazioni di scomparsa.

«Le denunce al 31 dicembre 2013 erano 133.989, contro i 149.036 dell'anno prima - sottolinea la relazione del Viminale -. Nonostate l'incremento i dati sottolineano l'efficacia delle ricerche: le persone rintracciate al 31 dicembre del 2014 sono state 119.802, quindi più dei due terzi. Il dato per la prima volta positivo è da ricondurre alla Legge 203, che affida ai prefetti il coordinamento delle ricerche in ogni provincia». Una legge del 2012, andata a regime l'anno scorso, che ha permesso la creazione di piani provinciali fatti su misura per ogni territorio.

Tra le file dell'esercito dei fantasmi, 8.386 sono italiani e 20.848 stranieri, 14.117 maggiorenni e 15.117 minorenni e le regioni con maglia nera sono Lazio, la Sicilia, la Lombardia, la Campania e la Puglia. Tra i maggiorenni, invece, sono 1.304 quelli spariti con età superiore ai 65 anni.

Poche novità, invece, per quanto riguarda le categorie di scomparsa e le motivazioni. «Va sottolineato - dichiara Piscitelli - che la nuova legge prevede l'obbligo di inserire le motivazioni nelle denunce, che prima non erano richieste, e della revoca di denuncia in caso di ritrovamento. Queste novità hanno ripulito un pò il dato, anche se è difficile eliminare dal conteggio soggetti che per età o altro potrebbero essere deceduti». Moltissime sono le persone che si eclissano per allontanarsi dagli istituti e dalle comunità, poi ci sono gli allontanamenti volontari, le scomparse dovute a disturbi psicologici e quelle riguardanti le sottrazioni di minori da parte di uno dei coniugi. Ma c'è anche chi fa perdere le tracce dopo aver ommesso reati.

Desta infine allarme gli anziani che lasciano casa involontariamente perché malati di Alzheimer o di altre malattie neurologiche. Per loro, in accordo con ministero della Salute e del Welfare, si sta pensando all'utilizzo di un geolocalizzatore per rintracciarli.

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