L'ambientalismo ideologico europeo ha assunto da tempo un carattere dogmatico, per cui non può essere messo in discussione o criticato e, chiunque osi contestare e opporsi alle politiche green, finisce sul banco degli imputati. Ultimo in ordine di tempo è il governo italiano, colpevole di non essere d'accordo con le recenti eco-follie dell'Unione europea, dal regolamento green sulla casa allo stop alle auto diesel e benzina nel 2035 fino alla direttiva che equipara le emissioni industriali con quelle degli allevamenti.
Così, non si sono fatte attendere le dure reazioni di Bruxelles contro l'Italia. Particolarmente attivo in questi giorni è il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, che è entrato a gamba tesa affermando a proposito della direttiva green sulla casa: «Dobbiamo dimostrare che andare avanti è nell'interesse dell'Italia, dei cittadini italiani e dell'industria italiana». Verrebbe da dire che ciò che è nell'interesse dell'Italia lo sanno gli italiani e il governo che hanno votato. Non pago, Timmermans ha aggiunto: «Se leggo nella stampa italiana che cosa scrivono sulla direttiva sulle case green... Non so cosa viene scritto. Ma non è la realtà». Parole che testimoniano un pregiudizio ideologico della Ue e l'arrogante convinzione di essere l'unica detentrice della verità. Eppure la realtà dei fatti è ben diversa, con la stragrande maggioranza dei cittadini contrari alle direttive green europee.
Timmermans ha poi provato una parziale retromarcia, ma la toppa è stata peggiore del buco: «Non ho detto che l'Italia non ha capito, ho detto che l'Italia deve fare delle scelte. Un'economia non può crescere su una terra morta. Dunque non ci può essere opposizione fra ambiente, difesa del clima ed economica». Per poi aggiungere: «L'Italia è talmente industrializzata che è stata sempre in grado di reinventare la sua industria. Dobbiamo avere fiducia nel popolo italiano che sa benissimo creare un'economia sostenibile e circolare».
Parole a cui ha replicato il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: «Timmermans ha una posizione molto dura e molto netta. Siamo nell'ultimo anno di commissione e c'è un'accelerazione per chiudere alcune partite che sono le sue bandiere». Pichetto ha poi puntualizzato che «quello che stiamo chiedendo è di attenerci alla parte scientifica e non solo a quella ideologica. Se il nostro obiettivo è la decarbonizzazione, l'elettrico è il veicolo principale per farlo, ma non l'unico».
Eppure il caso di Timmermans non è isolato. Anche Ciarán Cuffe, l'europarlamentare irlandese relatore della direttiva sulla casa green, ha dichiarato: «Meloni attacca l'Ue per la casa green ma non sa di cosa parla». Lo schema è sempre lo stesso: se non sei d'accordo con la loro visione, allora «non sai di cosa si parla».
Ben più delle dichiarazioni contano però i fatti, che ci raccontano di una politica ambientale europea che rischia di colpire duramente l'Italia. Rientrano in questo settore i regolamenti sull'alimentazione che, dal Nutriscore in avanti, hanno perseguito una precisa direzione ideologica.
Mentre si promuovono insetti e cibo sintetico, si colpiscono allevatori e agricoltori rischiando di distruggere intere filiere, così come avviene per la componentistica dell'automotive o per le tasche degli italiani con le eco-patrimoniali sulla casa. Di questo passo l'Italia diventerà la vittima sacrificale delle eco follie europee.
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