L'Occidente e la violenza ignorata

Possibile che nessuno abbia negli anni dedicato un pensiero alla infinita guerra di sopravvivenza delle donne nella società islamica?

L'Occidente e la violenza ignorata

S chiacciare la donna, renderla schiava, spezzare il suo ruolo nella società, coprirla di panni e di insulti dalla testa ai piedi, è una fissazione primaria dei fondamentalisti: viene insieme col potere stesso, non puoi essere padrone se non usi ogni mezzo legislativo, religioso e civico per farla a pezzi. Non a caso il maggiore fra gli storici del Medio Oriente, Bernard Lewis, ha sempre notato come il fallimento storico della società islamica sia legato alla segregazione femminile, più o meno accentuata: «L'emancipazione politica delle donne ha fatto passi significativi dove i regimi parlamentari funzionano. Non ha peso nelle dittature controllate dall'esercito o dal partito, per la grande maggioranza maschili. Dove esso domina, la condizione femminile ha sofferto i peggiori rovesciamenti, come in Iran». Possibile che nessuno abbia negli anni dedicato un pensiero alla infinita guerra di sopravvivenza delle donne nella società islamica? Ce ne accorgiamo adesso? In Afghanistan eccoli di nuovo, chiudono le scuole miste, presto imporranno il burqa, le donne non potranno camminare da sole per la strada e saranno rinchiuse, non potranno andare neppure dal dottore perchè è maschio, verranno di nuovo picchiate e schiavizzate a piacimento, il loro comportamento, fino allo smalto sulle unghie verrà controllato, niente lavoro, niente istruzione. Dalla liberazione del 2001 la situazione, a dimostrazione di quanto può il rifiuto di un'ideologia pestifera, era molto migliorata. Prima erano 900mila i bambini che frequentavano le scuole primarie, sono oggi 8 milioni di cui il 40 per cento bambine. Una legge del 2009 ha reso reato la violenza sulle donne, lo stupro, gli abusi maritali; nel lavoro la presenza femminile è cresciuta al 22 per cento. Ora è finita, tutti e casa secondo l'interpretazione più radicale della Shariah, la legge islamica. La mutilazione genitale non è detto, come sostengono alcuni clerici, che sia un hadith del Corano. Eppure 200 milioni, aveva letto bene, 200 milioni donne, oggi soffrono di queste mutilazione spesso inflitte dalle madri stesse in casa, in 30 paesi in tre continenti, in Somalia, in Egitto (l'87 per cento!) in Mauritania, in Sudan. E ancora: la poligamia, il concubinaggio, la lapidazione, c'è chi le applica o chi no, chi semplicemente non le proibisce e non le incoraggia, ma per esempio nelle città occidentali ad alta presenza islamica, come Parigi, nessuno riesce o vuole veramente controllare il moltiplicarsi del matrimonio poligamico. Una terribile realtà molto diffusa è la violenza domestica, in Iran è permesso, sposare una bambina di 13 anni e anche prima se c'è permesso dei genitori. Il matrimonio, ovvero la schiavitù sessuale, delle bambine è una piaga spaventosa. Leggiamo che nei primi sei mesi di quest'anno si siano dovute sposare 16mila bimbe fra i 10 e i 14 anni. L'Afghanistan verrà affogato nella sessuofobia, nella ginofobia, con contorno di esecuzioni degli omosessuali. .

Vorrà mai l'Onu, l'Unione Europea, il mondo occidentale capire che metà delle risorse morali, intellettuali, del genere umano sono prigioniere della condizione della donna, e farsi avanti almeno stavolta? O l'Onu seguiterà a piazzare l'Iran nella commissione per i diritti della donna e l'Unicef ad affermare che ha speranza che i talebani si comportino bene con le bambine?

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