L'offensiva israeliana a Khan Yunis: distrutto covo (con tunnel) di Sinwar

Scoperto uno dei nascondigli del capo jihadista nella Striscia di Gaza Operazioni intense nel Sud, utilizzati jet, droni, carri armati e cecchini

L'offensiva israeliana a Khan Yunis: distrutto covo (con tunnel) di Sinwar
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Nessuna tregua, niente cessate il fuoco. Trattative in alto mare e conflitto che va avanti con la consueta violenza, sia sul campo che a parole. Nel mirino dell'esercito israeliano restano sempre i leader di Hamas e i loro nascondigli sotto terra dove si trovano le basi logistiche e da dove sono partiti anche gli attacchi del 7 ottobre. Ieri Israele ha fatto sapere di aver scoperto uno dei nascondigli di Yihia Sinwar (nel tondo), il leader di Hamas nella Striscia. Il rifugio, che si trovava sotto un appartamento, è stato trovato vuoto al momento dell'irruzione, ma da lì partiva un «tunnel strategico che è stato utilizzato da dirigenti politici e militari di Hamas». Il tunnel, a 20 metri di profondità, era lungo oltre 200 metri, aveva una rete elettrica, ventilazione, una fognatura, nascondigli, stanze per preghiere e per il riposo. «Il tunnel era stato concepito in modo da consentire una lunga permanenza e capacità di combattimento per un periodo prolungato», ha comunicato un portavoce.

Israele continua la sua offensiva nella zona Sud della Striscia, in particolare nell'area di Khan Yunis, dove le forze armate annunciano di aver ucciso decine di terroristi di Hamas con un'operazione composta da bombardamenti aerei, colpi mirati da parte dei cecchini e attacchi con carri armati. Utilizzati anche droni e jet da combattimento.

A far rumore, oltre alle bombe, sono anche le parole da parte dei leader di Hamas. In replica alle ipotesi israeliane per il dopoguerra, un portavoce dice che quello che accadrà «nella Striscia di Gaza è un affare interno e a decidere è solo una leadership palestinese che rappresenti tutto il popolo palestinese». Il dossier israeliano per decidere che fare nella Striscia potrebbe essere discusso la prossima settimana dal gabinetto di sicurezza. Intanto il movimento conferma che gli ostaggi trattenuti dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza non verranno rilasciati fino alla fine dell'aggressione israeliana. «Ribadiamo che non ci sarà nessun accordo per uno scambio di prigionieri né ci saranno negoziati sotto i bombardamenti», spiega, nonostante si dica «aperto a qualsiasi iniziativa che possa porre fine a questa guerra genocida israeliana». Basem Naim, uno dei leader del movimento, dal Qatar, attacca: «Di tanto in tanto gli israeliani cercano di mandare una cosa nuova per arrivare al rilascio degli ostaggi, ma sinora la posizione del movimento non è cambiata».

In tutto questo, resta drammatica la condizione dei civili palestinesi con l'Oms che denuncia il forte pericolo di

epidemie a causa delle gravissime carene igieniche mentre l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi accusa Israele: «I soldati hanno sparato contro un nostro convoglio». Il caso continuano a regnare sovrano.

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