Lollobrigida: "Il green deal non danneggi l'agroalimentare"

Avviso all'Ue a un mese dal G7 di Ortigia: "Non possiamo subordinare il dato produttivo a posizioni meramente ideologiche"

Lollobrigida: "Il green deal non danneggi l'agroalimentare"
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Dal palco del Meeting di Rimini il ministro Francesco Lollobrigida (nella foto) lancia il G7 dell'Agricoltura (26-28 settembre ad Ortigia in Sicilia) occasione e «ponte con l'Africa» in stile Piano Mattei, e porta il tema del Green Deal all'interno del dibattito.

«Il Green Deal prevede obiettivi ambiziosi lancia l'allarme il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare - ma così com'è stato concepito rischia di danneggiare seriamente alcuni comparti fondamentali dell'agroalimentare. Non possiamo subordinare il dato produttivo a posizioni meramente ideologiche, che rischiano di perdere di vista la realtà e il buon senso, che serve sempre e a maggior ragione quando si affrontano grandi cambiamenti».

L'agricoltura al centro dell'attività di governo; il ministro sfugge alle provocazioni dei giornalisti e dribbla quando i cronisti gli chiedono di complotti e divisioni all'interno della maggioranza. «Questo governo è il governo che nella storia almeno della seconda Repubblica, ha investito di più in agricoltura. Lancio sempre questo tipo di sfida nella ricerca di colleghi, anche dell'opposizione: uno che è in grado di mostrarmi numeri alla mano sottolinea - che ci sia stato un governo che ha investito in due anni quello che ha investito il governo guidato da Giorgia Meloni, io faccio la campagna elettorale per lui e lo voto anche. Quindi, qualche collega raccolga la sfida, se è capace e numeri alla mano ce lo dimostri. Altrimenti credo sia sufficiente dire che abbiamo rimesso al centro del dibattito l'agricoltura in Italia e anche in Europa».

Presentato come una strategia ambiziosa per rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, il Green Deal suscita molte preoccupazioni al ministro Lollobrigida. «Green Deal non significa di per sé granché se non si guarda ai contenuti. C'è qualcuno che non è per il patto alla salvaguardia dell'ambiente? Tutti lo siamo. È evidente sottolinea - che si deve capire chi è che tutela meglio l'ambiente, se il politico o il burocrate nel palazzo di vetro di Bruxelles lontano dalle campagne, o l'agricoltore, l'allevatore o il pescatore che vivono di rapporto con la terra. Noi pensiamo che la centralità sia questa». Da qui la proposta: «Noi immaginiamo un Green Deal che venga ripensato rimettendo al centro l'agricoltore non come imprenditore ma come custode del territorio».

Parla anche di sostenibilità ambientale, di controlli sul cibo, della guerra dei dazi che incombe tra Unione Europea e Cina e che preoccupa i settori economici come l'agroalimentare. «La sostenibilità è stata confusa in termini ideologici negli ultimi anni da qualcuno con la sostenibilità ambientale che non tiene conto di alcuni aspetti sottolinea Lollobrigida -. Io non guardo al valore dell'agricoltura solo come produzione di cibo, l'agricoltura è il centro della protezione del territorio. Gli agricoltori restano il centro della manutenzione del territorio. Questo è stato mal interpretato da qualcuno che ha cominciato a leggere l'agricoltura e la produzione come un nemico del territorio».

Infine, un passaggio doveroso sulla piaga del caporalato che, dice il ministro, «deve scomparire», perché coloro che lo praticano «sono criminali e non imprenditori. Da parte del Governo le norme saranno sempre più rigide».

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