Una doccia gelata sulla Lombardia. E un allarme, quello del governatore Attilio Fontana. Che guarda indignato le foto della movida nei comuni lombardi e promette di «intervenire» con nuove restrizioni. I dati della Protezione civile sul contagio ieri hanno frenato le aspettative e le pressioni su un via libera generalizzato agli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno. Se l'orientamento del governo sembra essere quello di consentire movimenti tra quelle limitrofe con un basso indice di contagio, la Lombardia potrebbe restarne fuori.
Anche se è ancora presto per dirlo - perché un bilancio di queste settimane post 18 maggio, si avrà solo con i dati che arriveranno alla fine del mese - il bollettino di giornata di ieri ha preoccupato: più 669 di nuovi positivi, di cui 441 solo in Lombardia, che da sola registra due terzi dei nuovi casi (il 65,9 per cento), quasi il doppio del totale di tutte le altre regioni insieme. E c'è Bergamo che fra le province è quella che registra l'aumento maggiore: 102 nuovi positivi contro i 51 del giorno precedente. E Milano? I nuovi contagi sono 88, 40 dei quali nel solo capoluogo. Contagi zero invece in Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria e provincia di Bolzano. I morti «nuovi» sono 119 (il giorno prima erano 130) dei quali quasi la metà in Lombardia (56).
I numeri dettano la direzione delle prossime settimane. La riapertura dei confini interni il 3 giugno resta ancora un'incognita sopratutto per le regioni che hanno l'Rt, l'indice trasmissione del virus, più alto delle altre, tra cui anche Abruzzo e Valle d'Aosta. L'idea è di differenziare, di permettere spostamenti solo tra regioni con basso indice di contagio. Per scongiurare nuovi picchi e nuove chiusure si moltiplicano gli appelli degli amministratori sul rispetto del distanziamento tra i giovani che dopo tre mesi di lockdown tornano nelle strade per incontrarsi al rito dell'aperitivo. Il governatore Fontana su Facebook ha ricordato che «la Regione Lombardia è pronta a intervenire, anche con nuove restrizioni, per evitare che tutto il lavoro svolto fin qui grazie alla buona volontà della maggioranza dei cittadini, venga vanificato da alcuni incoscienti».
Nel mirino le immagini e i video di venerdì sera a Brescia, con assembramenti fuori dai locali e persone senza mascherina. Il sindaco Emilio Del Bono ha fatto scattare il coprifuoco: ieri e oggi per ordinanza i locali nella zona della movida chiudono alle 21.30. Vigilerà la polizia locale con controlli rafforzati, col placet del governatore: «Dopo aver visto nelle ultime ore le foto, i video e le notizie riguardanti assembramenti e movida in diversi comuni lombardi - dice Fontana - mi appello ai prefetti e ai sindaci affinché usino il massimo del rigore». Un video-appello ai giovani anche dal sindaco di Cremona Gianluca Galimberti: «Non lo dico ai tantissimi che hanno capito, lo dico ai distratti, agli sciocchi, ai disonesti: guarda che dipende da te, la tua salute quella degli altri e anche la vita di tante persone che lavorano e che danno lavoro e che a causa tua non devono essere obbligati ancora a subire una chiusura».
In vista del 3 giugno «tutto dipenderà dagli indici di contagio che registreremo al momento della decisione», come ricorda il ministro della Salute Roberto Speranza, che continua a chiedere prudenza. Così come il comitato tecnico scientifico, contrario a un via libera agli spostamenti.
Per gli esperti, anche se i numeri rimanessero quelli di oggi, non si dovrebbe riaprire: «La questione della mobilità tra Regioni va affrontata con un numero inferiore rispetto a ora», dice il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.
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