L'occasione per colpire è ghiotta e così l'opposizione alza i toni, mette da parte garantismo e presunzione di innocenza e torna a battere sul tasto delle dimissioni immediate per Giovanni Toti. L'affondo più pesante è quello di Giuseppe Conte che torna a parlare dell'inchiesta per corruzione in Liguria: «È una follia rimarca l'ex premier che un politico rimanga lì, c'è una responsabilità politica che è indipendente dalla vicenda penale». Il Pd si trova invece a partecipare a una manifestazione sotto il palazzo della regione Liguria, presenti la deputata Valentina Ghio, il segretario provinciale di Genova Simone D'Angelo e l'eurodeputato Brando Benifei.
Il centrodestra si interroga, invece, su come gestire il caso Toti. La linea prevalente è quella di resistere o almeno di buttare la palla in avanti per prendere tempo. Un atteggiamento attendista nella speranza che possa arrivare al più presto una schiarita sul piano processuale e la rimozione delle misure cautelari. Da quello che filtra il governatore ligure, pur provato, non ha alcuna intenzione di dimettersi ed è convinto di poter chiarire tutto. Le forze di maggioranza ufficialmente appaiono decise a fare scudo. Guardano però con attenzione allo sviluppo dell'inchiesta e all'interrogatorio di garanzia che andrà in scena oggi. Da quel momento c'è chi valuta che entro una ventina di giorni si capirà se ci sarà la possibilità di ottenere il ritorno alla libertà attraverso una istanza presentata dai legali del presidente. Anche perché, sussurrano dalle parti di Fratelli d'Italia, non è plausibile ipotizzare il prosieguo sine die della reggenza del vicepresidente Alessandro Piana. Le forze di maggioranza assumono posizioni chiare. Il vicesegretario della Lega Andrea Crippa sottolinea che «noi siamo per la presunzione di innocenza e qui non c'è ancora nessuna condanna...». E Alessandro Morelli parla apertamente di «giustizia a orologeria». Una linea, quella garantista, sposata anche da Fi.
Più tiepida la posizione di Fratelli d'Italia, anche perché si vuole capire quale direzione prenderà l'inchiesta e se oltre ai primi addebiti arriveranno accuse e rivelazioni più pesanti. «Noi siamo per la possibilità di tutti di dimostrare con serenità la propria innocenza, partendo dalla presunzione di innocenza. Al netto di questo attendiamo con pazienza gli esiti anche di una fase intermedia tra la chiusura indagini e il resto» dice il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. «Analogie con il caso Santanchè? No, perché in quella vicenda nessuno ha chiesto l'arresto della ministra».
È chiaro che sotto traccia qualche valutazione sulle possibili elezioni anticipate - un voto che l'iniziativa della magistratura trasformerebbe in una corsa a handicap - viene fatta. La data andrebbe ricercata nel periodo autunnale e si cercherebbe probabilmente un candidato civico. L'alternativa è andare a bussare alla porta del sindaco di Genova, Marco Bucci.
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