L'uccellino di Musk sostituito da una "X"

Il miliardario proprietario di Twitter rinuncia al simbolo del suo social

L'uccellino di Musk sostituito da una "X"
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Mentre state leggendo, forse qualche ora fa, forse tra pochi minuti, ma sappiate che mentre state leggendo o è già successo o sta per succedere: Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, si è tagliato l'uccellino. Proprio così: il famoso uccellino blu, logo di Twitter, sarà sostituito da una X. Che non sembra proprio una bella idea, ma tant'è: una X su fondo nero.

Vi riassumo la questione per chi non avesse presente cosa è successo al famoso social network in questi ultimi mesi. Anzitutto Elon Musk lo compra per la cifra di 44 miliardi di dollari, quasi tre volte il valore di Twitter. Perché lo ha fatto? Tutti abbiamo pensato: beh, è Elon Musk, il fondatore di Tesla, della Space X, quello che ha riportato gli Usa in orbita senza doversi servire dei russi, inventando razzi riutilizzabili, che riatterrano da soli verticalmente, uno spettacolo. Beh, è Elon Musk, il genio che con Starlink ha circondato la Terra di satelliti per rendere internet disponibile in ogni luogo. Beh, è Elon Musk, colui che ha costruito la Starship, l'astronave in fase di test che ci porterà tutti su Marte, quando la Terra sarà invivibile.

Già qui eravamo perplessi: andare tutti su Marte? Su un pianeta senza aria, senza campo magnetico, completamente desertico, con una temperatura media di 63 gradi sotto zero, con minime di 140 sotto zero, e la cui atmosfera è così rarefatta che non ti viene un tumore mentre ci arrivi (nove mesi di viaggio) ti viene lì, a causa dei raggi cosmici. Faremmo prima a costruire delle cupole con aria condizionata su ogni città per far fronte al surriscaldamento globale.

Tuttavia beh, anche qui ci siamo detti è Elon Musk, è un visionario. Dopodiché arriviamo appunto a Twitter. Se lo ha comprato, abbiamo pensato, avrà un motivo, qualcosa di rivoluzionario. In realtà il motivo dichiarato era il free speech, la libertà di parola. Ognuno deve poter dire quello che vuole, e dunque appena arriva ridà l'account a Donald Trump, siccome Twitter glielo aveva tolto perché un ex presidente degli Stati Uniti che incita un colpo di Stato applaudendo a degli smandrappati che assaltano il Campidoglio contestando le elezioni non è proprio il massimo. Trump ringrazia ma non lo usa, usa il suo social, Truth. Musk, vi ricordo, si presentò nella sede di Twitter con un lavandino (è un modo di dire inglese o francese per dire che avrebbe lasciato solo il lavandino), e licenzia in tronco la metà dei dipendenti. Anche qui i dubbi aumentano, cioè se compri un social in crisi per 44 miliardi (quasi dieci volte il patrimonio di Berlusconi, per intenderci) per potenziarlo dovrebbero servirti più dipendenti, non meno.

Nel frattempo manda a quel paese il New York Times, la Apple, e chiunque non sia d'accordo con le sue idee, e Twitter da quando c'è lui perde oltre il 60% degli inserzionisti. Al che ha un'altra (secondo lui) geniale idea: far pagare la spunta blu. La spunta blu non significa più che sei un personaggio noto, significa che sei abbonato a Twitter, 11 euro al mese, quanto un abbonamento a Netflix. Con il risultato che chi ha 3 follower se la compra per sentirsi un vip, e chi ce l'aveva non la rinnova. Per cui adesso sapete che se uno ha la spunta blu è in genere uno sfigato. D'altra parte visti i risultati fu lui stesso a fare un sondaggio su Twitter: «Volete che io non sia più il CEO?».

Risposta degli utenti: sì, vai via. Mette una donna come CEO, Linda Yaccarino, ma continua a comandare lui. L'ultima mossa è come comprarsi la Ferrari e togliere il simbolo del cavallino. Nel caso di Twitter tagliarsi da solo l'uccellino.

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