La Commissione europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per violazioni del diritto da parte del Tribunale costituzionale polacco e della sua giurisprudenza. Bruxelles ha avviato la procedura di infrazione nei confronti della Polonia nel dicembre 2021 dopo le sentenze del Tribunale costituzionale polacco in cui aveva considerato disposizioni dei Trattati Ue incompatibili con la Costituzione polacca, contestando espressamente il primato del diritto europeo. L'obiettivo della Commissione è garantire che i diritti dei cittadini polacchi siano tutelati e che possano beneficiare dei vantaggi della Ue allo stesso modo di tutti i cittadini europei. La Corte costituzionale con tali sentenze, indica Bruxelles, «ha violato i principi generali di autonomia, primato, effettività, applicazione uniforme del diritto dell'Unione e di efficacia vincolante delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea».
La Commissione ritiene che le sentenze polacche violino anche l'articolo 19 del Trattato Ue, che garantisce il diritto a una tutela giurisdizionale effettiva, interpretandolo indebitamente restrittivo. In tal modo priva i singoli dinanzi ai tribunali polacchi delle piene garanzie previste da tale disposizione. La Commissione ritiene inoltre che il Tribunale costituzionale «non soddisfi più i requisiti di un tribunale indipendente e imparziale precedentemente istituito per legge».
Ciò è dovuto alle irregolarità nelle procedure di nomina di tre giudici nel dicembre 2015 e nella selezione del suo presidente nel dicembre 2016. Nel luglio 2022 la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato alla Polonia, al quale la Polonia ha risposto due mesi più tardi respingendone il ragionamento. La risposta polacca «non risponde alle preoccupazioni della Commissione», di qui il deferimento alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
Il deferimento della Polonia alla Corte di Giustizia dell'Ue per aver messo in discussione il primato del diritto europeo su quello nazionale è un «attacco pianificato allo Stato polacco». Così il ministro della Giustizia di Varsavia, Zbigniew Ziobro, noto per le sue posizioni anti-europee e anti-tedesche, in merito alla decisione della Commissione europea di deferire la Polonia al Giudice europeo. «Questa richiesta e il ricatto, in questo caso, mirano a eliminare lo stato polacco come lo conosciamo, ai sensi della costituzione polacca».
La decisione della Commissione, ha aggiunto, fa parte della politica dell'Ue che segue «il piano tedesco volto ad abolire gli Stati membri dell'Ue» a favore di «uno stato centralizzato con una capitale formale a Bruxelles e una reale a Berlino».
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