Gas dagli Stati Uniti, acquisti congiunti e regole comuni sugli stoccaggi. Il Consiglio europeo è giunto all'unico compromesso possibile viste le condizioni iniziali e il prolungamento fino al tardo pomeriggio della sessione di ieri è indicativo delle difficoltà politiche nel raggiungere un'intesa tra i 27 Paesi dell'Unione.
Il «piatto forte» del menu resta comunque la fornitura assicurata dal presidente Joe Biden. Gli Stati Uniti aiuteranno l'Europa a ridurre la dipendenza dal gas russo lavorando con altri partner per «garantire 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto per l'Europa quest'anno», ha detto l'inquilino della Casa Bianca aggiungendo che «si potrebbe arrivare da qui al 2030 fino a 50 miliardi di metri cubi all'anno». In questo modo, la dipendenza energetica dell'Europa dal gas russo (attualmente al 40% del fabbisogno) potrebbe ridursi di almeno un terzo, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Biden ha riportato un successo laddove il suo predecessore Donald Trump aveva fallito, ossia nello staccare il vecchio Continente dalla dipendenza energetica nei confronti della Russia, un rischio che l'invasione dell'Ucraina ha evidenziato in tutta la sua interezza. La notizia comunque ha avuto un impatto positivo sul mercato: i future sul gas ad Amsterdam sono scesi ieri sotto quota 100 euro per megawattora a quota 98 euro.
Sugli altri punti che non fossero stati esplicitamente previsti dalla strategia RepowerEu, già approvata dalla Commissione Ue a ottobre, invece la discussione ha presentato notevoli difficoltà. La fissazione di un tetto ai prezzi del gas è stato caratterizzato da una forte contrapposizione. Da una parte la Spagna, sostenuta dall'Italia, che ha capeggiato un gruppo di Paesi che chiedeva interventi importanti sulla struttura del mercato dell'energia in grado di limitare l'effetto dell'impennata dei prezzi sulle bollette elettriche. Sul fronte opposto Germania e Olanda, secondo cui i rischi legati a interventi per calmierare le tariffe presenterebbero rischi superiori ai vantaggi limitando le possibilità di approvvigionamento per due economie fortemente dipendenti dal gas, soprattutto russo.
Il premier Mario Draghi è riuscito, tutto sommato, a conseguire un «pareggio» simbolico. Il Consiglio, infatti, ha incaricato la Commissione Ue di presentare proposte dettagliate su misure atte a ridurre l'impatto dell'incremento dei prezzi del gas sulle bollette. Nel dettaglio sono state elencate alcune soluzioni percorribili: il sostegno diretto ai consumatori tramite buoni, sgravi fiscali, il modello aggregatore/acquirente unico, gli aiuti di Stato, la tassazione, i tetti ai prezzi e i contratti differenziali, cioè lo sganciamento dei prezzi delle materie prime energetiche da quelli del gas in modo da ridurre le tariffe elettriche.
In materia di ulteriori sanzioni contro la Russia, invece, l'Unione europea ha scelto di estendere ulteriormente l'applicazione dei pacchetti già approvati anche nei confronti di terze parti coinvolte con Mosca. «Le misure adottate dall'Ue stanno colpendo a fondo l'economia russa, drenando le risorse che finanziano questa guerra. Ora tutti i nostri sforzi dovrebbero essere concentrati sulla loro applicazione e sul prevenire l'evasione e l'elusione delle stesse», ha dichiarato von der Leyen.
In pratica, si tratta di un'azione coordinata soprattutto con Usa e Gran Bretagna per evitare sia che Mosca possa utilizzare le riserve in oro come mezzo di scambio sia che possa ricevere in ogni modo assistenza militare.
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