L'Ue toglie l'immunità a Puigdemont e ai ribelli. La rabbia dei catalani

Voto di Strasburgo, ora palla ai giudici belgi, A Barcellona semilibertà revocata a 7 leader

L'Ue toglie l'immunità a Puigdemont e ai ribelli. La rabbia dei catalani

Si complica il futuro dell'ex presidente disobbediente della Catalogna, Carles Puigdemont, assieme ai suoi ex consiglieri Toni Comin e Clara Ponsatì. Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria, ha revocato ieri l'immunità ai tre esponenti politici del separatismo catalano che si erano rifugiati a Bruxelles nell'inverno del 2017, per sfuggire a un ordine di cattura del Tribunale Supremo di Spagna per disobbedienza, ribellione e sedizione. Il Parlamento di Louise-Weiss a Strasburgo, presieduto da David Sassoli, rispondendo a un ordine di cattura europeo dei magistrati di Madrid, ha deciso singolarmente per Puigdemont, Comin e Ponsatì che hanno tutti avuto una media di 400 voti a favore della richiesta e 240 contrari.

La perdita dello scudo dell'immunità, ora consentirà di ridare valore ai mandati europei emessi dall'Audencia Nacional: sarà il tribunale del Belgio, dove attualmente risiedono i tre ribelli, a decidere sulla loro estradizione. Puigdemont, da Bruxelles, dove risiede dal 2017, dopo la decisione di Strasburgo, ha parlato di «persecuzione politica», aggiungendo che «oggi è un giorno triste per il Parlamento europeo».

L'ex numero uno della Catalogna assieme ai suoi consiglieri furono accusati di disobbedienza, ribellione e sedizione, per Puigdemont c'era anche la malversazione di denaro pubblico. I tre si resero protagonisti del quasi colpo di Stato contro Madrid, celebrando, prima il referendum per l'autodeterminazione e separazione della Catalogna, benché gli ammonimenti dell'allora premier Mariano Rajoy e della Corte Costituzionale. Poi, peggiorarono la loro situazione, chiudendosi nel Parlamento di Barcellona e proclamando con i principali partiti autonomisti, per voce di Puigdemont e del vice Oriol Junqueras la «Repubblica Indipendente di Catalogna», strappando con Madrid.

La Capitale s'infuriò e inviò forze aggiuntive della Guardia Civil per domare le violente rivolte di strada che produssero centinaia di arresti e feriti tra manifestanti e agenti di polizia. Poi Rajoy commissariò la Comunità autonoma catalana, nominando commissaria la sua prima vicepresidente María Soraya Sáenz de Santamaría Antón, cosa che fece ancor più infuriare i separatisti che la ritenevano la peggior delfina del Partito Popolare. I giudici dell'Audencia ordinarono l'arresto immediato di Puigdemont che, nel frattempo era fuggito in Belgio, e di altri 14 politici catalani, di cui due sostenitori. Tra questi, Junqueras, capo del partito della Sinistra Repubblicana Catalana (Erc) decise di consegnarsi alla giustizia che lo rinviò a processò il 14 ottobre del 2019, condannandolo a una pena di 13 anni di carcere per disobbedienza, sedizione e uso di fondi pubblici per organizzare il referendum illegale.

Assieme alla notizia della perdita dell'immunità di Puigdemont, Comin e Ponsatì, è giunta quella dello stop al regime di semilibertà per Junqueras e altri sei indipendentisti condannati nel 2019.

Il Tribunale di sorveglianza della Catalogna un anno fa, in occasione delle legislative spagnole e poi delle amministrative catalane, aveva dato la semilibertà ai 7 condannati, tra cui gli ex consiglieri Jordi Turull, Josep Rull, Raul Romeva e Joaquim Forn, e i leader delle associazioni civiche Anc e Omnium, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Ora gliela ha tolta. Sull'estradizione a Puigdemont e ai due consiglieri, invece, deciderà la giustizia belga che finora si è sempre espressa contrariamente, non riconoscendo alcuni capi d'accusa.

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