Lufthansa in pressing su Ita Il premier accelera: decido io

La cessione alla vigilia del voto divide la politica. La compagnia tedesca: la pazienza non è infinita

Lufthansa in pressing su Ita Il premier accelera: decido io

La privatizzazione di Ita la compagnia creata dal governodopo il fallimento di Alitalia è a un nodo: dal punto di vista amministrativo basterebbe una firma di Mario Draghi per procedere con la cessione, ma il fronte politico è spaccato: centro destra e sindacati favorevoli, Fratelli d'Italia, con Fabio Rampelli e, soprattutto, con Giorgia Meloni, intenzionati a prendere tempo.

Ieri un segnale spazientito è venuto da Francoforte: l'ad di Lufthansa, Carsten Spohr, ha rivelato: «Abbiamo scritto una lettera al premier italiano Mario Draghi sul fatto che bisogna essere veloci e che la nostra pazienza non è infinita». Il messaggio è stato controfirmato da Msc, partner con cui Lufthansa si appresta a rilevare Ita (60% Msc, 20% tedeschi, 20% resterebbe al Tesoro). E in serata Draghi chiude la partita: «Non lascerò la questione al prossimo governo. Sarà questione di giorni».

All'inizio di luglio il Mef tra le due proposte vincolanti arrivate al ministero oggi azionista al 100%, ha scelto quella svizzero-tedesca, giudicandola migliore rispetto a quella del fondo Usa Certares con Delta e Air France. Lh-Msc valutano Ita circa 900 milioni, ma soprattutto si impegnano per un piano industriale convincente, fatto di sinergie nel cargo, grazie all'esperienza mercantile di Msc, nel charter (sempre Msc sposta 3 milioni di passeggeri all'anno per imbarcarli sulle proprie navi da crociera, e verrebbero gestiti da Ita); per le rotte di Lufthansa ci sarebbe una valorizzazione di Linate e di Fiumicino, e quest'ultimo diventerebbe il terzo hub dei tedeschi, dedicato al Sud del mondo (Africa e SudAmerica, visto che Monaco e Francoforte non si possono più espandere per vincoli paesaggistici.

Ora è il governo che deve ratificare, e la firma di Draghi potrebbe arrivare a giorni; a quel punto scatterebbe la trattativa diretta con gli acquirenti per mettere a punto il contratto. Qualcuno frena, però, e qualcuno non da poco: è Giorgia Meloni. «Il governo è dimissionario e può occuparsi solo degli affari correnti ha dichiarato e questo non lo sarebbe affatto»: Ha poi aggiunto: «Dal 25 settembre in poi tutto potrà cambiare e al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà». Ancora una volta, dunque, la politica interviene nelle vicende della compagnia com'è accaduto tante volte con Alitalia (di cui Ita è l'erede, ma non si può dire) negli ultimi vent'anni. Un altro esponente di spicco di Fratelli d'Italia, Guido Crosetto, aveva chiesto di accelerare sul dossier Ita, mentre ieri un esponente della Lega come Edoardo Rixi, membro della commissione Trasporti della Camera, ha sottolineato come la cordata Lh-Msc sia la migliore e come sia fondamentale «procedere con la ratifica entro questa settimana». Nel centro destra insomma le posizioni sono tutt'altro che unanimi, anche se prevale l'assenso alla privatizzazione, condiviso tenacemente dai sindacati.

In questo momento, in piena estate cioè, i conti di Ita stanno andando bene: giugno è stato il primo mese con Ebitda positivo dopo nove mesi operativi e luglio bisserà il risultato; dopo l'estate s'imboccherà la bassa stagione e a quel punto Ita sarà in difficoltà senza un alleato forte.

La Ue, dando l'ok alla nascita della compagnia «senza continuità» con Alitalia, ha autorizzato il finanziamento pubblico di 1,35 miliardi: 700 sono già stati versati, 400 arriveranno entro il 2022, altri 250 sono in calendario per il primo trimestre 2023. Finanziamenti vincolati all'alleanza con un partner. Senza quest'ultimo, niente più soldi e procedura per aiuti di Stato.

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