Avere un cellulare sempre a portata di mano è una di quelle cose a cui oggi proprio non si può rinunciare. Eppure da quando questi telefoni sono entrati nelle nostre vite c’è una domanda che ciclicamente si ripropone all’attenzione dell’opinione pubblica: i dispositivi fanno male alla salute?
Le prove raccolte fino ad ora da medici ed esperti non sono ancora sufficienti per avvalorare né la tesi di chi sostiene che le onde emesse dai cellulari provochino danni al fisico di una perosna né quella di chi sostiene il contrario. L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che non ci sono prove scientifiche a sufficienza per dimostrare che, l’uso intenso dello smartphone, possa essere considerato un fattore che aumenta il rischio tumorale. Secondo l’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, le prove disponibili non sono sufficienti per affermare che vi sia un nesso, in particolare per i cellulari di nuova generazione.
Ora, però, è la politica che prova adare una stretta sull’uso dei telefoni, anche se non per tutti. In Parlamento è arrivata, come spiega il Tempo, una proposta di legge presentata alla Camera per disciplinare l'impiego di "dispositivi digitali funzionanti tramite onde a radiofrequenza da parte dei minori di dodici anni" e introdurre "l'articolo 328 -bis del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, concernente" il divieto dell'uso di telefoni mobili e "altri dispositivi di comunicazione elettronica" da parte degli alunni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. In pratica ai minori sarà vietato l’uso del cellulare. Ma non è tutto. Perché oltre al divieto nella pdl sono, inoltre, previste pesanti multe da 300 a 1.500 euro a quei genitori che consentono ai propri figli che non hanno 12 anni "di navigare online e di utilizzare smartphone, tablet e qualsiasi altro dispositivo digitale senza accompagnamento e presidio educativo".
A presentare la pdl (proposta di legge, ndr) sono stati alcuni esponenti M5s e altri ex pentatsellati, tra cui la deputata e prima firmataria De Giorgi e l'ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. A quest’ultimo il tema deve essere particolarmente caro: quando era titolare del dicastero, infatti, paragonò i telefonini agli studenti a delle "armi in tasca".
"Difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo del linguaggio, perdita della concentrazione, aggressività ingiustificata, alterazioni dell'umore, disturbi del sonno, dipendenza: sono solo alcuni degli effetti che eminenti studiosi hanno riscontrato dopo aver verificato le conseguenze che l'uso continuato di telefoni cellulari e di altri apparecchi radiomobili provocherebbe nei bambini e negli adolescenti", si legge nella premessa della pdl. Nel testo si spiega anche che si ritiene necessario intervenire prima "che tale situazione sfugga ad ogni controllo, prevedendo adeguate disposizioni per tutelare soprattutto chi vede in un telefono cellulare un innocuo strumento di svago e divertimento". I sottoscrittori della pdl sottolineano nella premessa come "una serie di accertamenti hanno confermato che un uso prolungato del telefono cellulare da parte dei bambini provoca la perdita della concentrazione, l'affievolimento della memoria, una riduzione della capacità di apprendimento e un'interferenza con lo sviluppo cognitivo". Sempre nella pdl si evidenzia come sia "assolutamente deleteria è, poi, la tendenza di molti genitori che permettono ai propri figli minorenni di portare con sé a letto smartphone, videogiochi e tablet perchè con vinti che possano conciliare il sonno". I firmatari spiegano che la pdl non vuole essere "una crociata contro la tecnologia" ma un'arma per limitare "l'utilizzo dei device elettronici da parte dei più piccoli ed evitare che questi ultimi, un domani, siano costretti a convivere con una serie di patologie causata proprio dall'uso ripetuto e sregolato di dispositivi digitali".
Inoltre si propone di introdurre nel nostro ordinamento il divieto dell’utilizzo di smartphone, tablet e qualsiasi altro dispositivo digitale funzionante ad onde a radiofrequenza nei primi tre anni di vita. Ma non è tutto. Perché nella stessa pdl si indica il modo con cui i minori di 12 anni possono usare tali dispositivi. Previsto, infatti, un utilizzo graduale per non più di un’ora al giorno nella fascia di età da quattro a sei anni, non più di tre ore giornaliere per i bimbi tra i sei e gli otto anni e non superiore a quattro ore giornaliere nella fascia di età da nove a dodici anni.
L’utilizzo dei citati dispositivi viene "consentito esclusivamente sotto la supervisione di un genitore o di chi ne fa le veci". Insomma, regole rigide per i bambini così come per i genitori che avranno il compito di controllare i figli.
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