L'ultima crociata vip: "Le ostriche a km zero rovinano le coste"

Quasi 40mila firme per bloccare l'allevamento a Golfo Aranci. Il ricorso già bocciato dal Tar

L'ultima crociata vip: "Le ostriche a km zero rovinano le coste"

Accanto al dramma del Covid, un'altra aspra (ma deliziosa) battaglia si consuma a pochi passi dalle splendide calette della Costa Smeralda. È quella che vede 39mila persone - fra cui parecchi vip del mondo dello spettacolo e dello sport - schierate contro l'installazione di un allevamento di ostriche a Golfo Aranci. E una crociata ecologista nel regno delle vacanze di lusso, dove ostriche e champagne sono spesso sulle tavole dei turisti, vale la pena di essere raccontata.

Tutto ha inizio nel 2019, quando la Società Cooperativa Effediemme ottiene dalla Regione Sardegna una concessione demaniale di 15 anni per il suo impianto di acquacoltura di cinque ettari, a 400 metri dalla spiaggia dei Baracconi, di fronte all'isola di Figarolo, nel golfo a nord di Olbia. Scelta da subito contestata dalle sigle ambientaliste e dalla popolazione locale, che ha eletto come sindaco Mario Mulas, che della guerra ai frutti di mare a km zero ha fatto una sua bandiera politica.

L'accusa del Comitato «Salviamo la costa di Golfo Aranci» è che un impianto di allevamento di ostriche rovinerebbe il paesaggio e metterebbe a rischio il delicato ecosistema tra l'isola di Figarolo e il porto di Golfo Aranci, vicinissimo alle aree protette di Capo Figari, dove vivono delfini e cavallucci marini e si stendono le praterie sempre più rare di alga posidonia. Una preoccupazione che li ha portati invano anche a ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato, che hanno dato ragione agli imprenditori, per cui non solo l'allevamento di ostriche e cozze non è dannoso, ma contribuisce anche a purificare le acque.

Il rigetto dei ricorsi ha spinto i cittadini - guidati da Paola Masala - a organizzare un sit-in il 1 agosto e ad avviare una petizione su change.org, a cui hanno aderito decine di migliaia di italiani. Tra questi, la regista Lina Wertmuller, il cestista azzurro Gigi Datome, l'attrice Cinzia Leone, la presentatrice tv Licia Colò e la modella cubana Mariela Garriga. Parallelamente, la questione è finita in Consiglio regionale, dove si discuterà una mozione del centrosinistra per bloccare la concessione, e sulle scrivanie del ministero dell'Ambiente, che ha chiesto informazioni.

Accanto alla questione ecologica, però, sembrano delinearsi anche interessi economici. L'amministrazione comunale avrebbe definito l'area «zona di pregio per uno sviluppo turistico», dove l'ostricoltura non è contemplata. E secondo il progettista Paolo Calaresu, ex assessore di Olbia, la lotta all'impianto nasconderebbe il tentativo di ampliare il porto turistico a yacht e navi da crociera.

L'ostricoltura in Italia è in grande crescita e la Sardegna è fra i pionieri,

insieme alle lagune di Goro sull'Adriatico. Siamo il secondo Paese per consumo dopo la Francia e - anche se i numeri parlano di una produzione di sole 200 tonnellate annue a fronte di 1.200 Oltralpe - i trend sono positivi.

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