L'ultima giravolta dell'Oms: "La mascherina serve"

Le nuove linee guida: protezioni utili per tutti in pubblico. Per mesi erano state sconsigliate

L'ultima giravolta dell'Oms: "La mascherina serve"

Meglio indossare sempre le mascherine. Anche all'aperto. A quasi tre mesi dalla dichiarazione di pandemia l'Organizzazione mondiale della sanità, Oms, si sveglia, ci ripensa e con un doppio salto carpiato invita tutta la popolazione a indossare il dispositivo di protezione in pubblico e anche all'aperto. Ma fino a ieri l'indicazione era diversa: ad indossare la mascherina dovevano essere soltanto medici, infermieri, e contagiati. Un' inversione di marcia dovuta all'acquisizione di nuove evidenze scientifiche, spiegano i super esperti, perché le mascherine possono offrire «una barriera per i droplets, le goccioline potenzialmente infette». E lo dicono circa sei mesi dopo la denuncia del primo caso di virus sconosciuto dalla Cina? E dopo che già molti paesi, compresa l'Italia, hanno reso obbligatorio indossarle in quasi tutte le circostanze a rischio di contatto con altre persone e mentre anche medici di famiglia invitano da sempre la popolazione a cautelarsi con la mascherina. Ora l'Oms ne raccomanda l'uso agli over 60 e alle persone «fragili» affette da patologie croniche. Per loro meglio le professionali per gli altri anche quelle di tessuto «fatte in casa» purché con un triplo strato: cotone a contatto con la pelle e polipropilene in mezzo.

Eppure inizialmente l'Oms si era appellata al senso civico dei cittadini chiedendo in sostanza di lasciare le mascherine a medici e infermieri a meno che non si avesse un malato in casa. Nonostante dalla Cina fosse arrivata l'indicazione dell'utilità della mascherina anche per chi non ha sintomi perché comunque dimezza la possibilità del rilascio delle goccioline veicolo del virus. «Il grande errore commesso da Usa ed Europa è il mancato uso delle mascherine», aveva ammonito George Fu Gao, virologo e immunologo e direttore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie.

E questo non è che l'ultimo degli «epic fail» dell'Oms che purtroppo così facendo offre il fianco non tanto a chi avanza critiche costruttive ma a chi la vorrebbe cancellare ritenendola inutile. Un'organizzazione mondiale della sanità che tuteli la salute pubblica globale è indispensabile. L'auspicio è che venga governata e gestita meglio di quanto è stato fatto durante questa pandemia.

Come dimenticare che il 23 gennaio scorso per l'Oms il rischio globale derivante dal coronavirus cinese era ancora «moderato» mentre già una settimana prima uno studio dell'Imperial College londinese avvertiva che i conti di Pechino non tornavano.

Il 27 gennaio infatti l'Oms riconobbe l'errore e alzò il rischio che in 4 giorni passò a «molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale». E la dichiarazione di pandemia è arrivata solo l'11 marzo, quando in Italia i casi erano già 12mila .

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