L'ultima trovata di Marino: tassa di soggiorno al governo

Per coprire il buco da 550 milioni di euro, il sindaco vuole far pagare 110 milioni a Renzi per "ospitare" Palazzo Chigi e i ministeri

L'ultima trovata di Marino: tassa di soggiorno al governo

Dal cilindro magico il sindaco di Roma Ignazio Marino ne ha tirata fuori un'altra. Un vecchio trucco, con un accorgimento nuovo. Si tratta della tassa di soggiorno. Solo che, a questo giro, non vuole farla pagare soltanto ai turisti ma anche al governo. Come spiega Franco Bechis su Libero, per coprire il buco da 550 milioni di euro annui nel bilancio di Roma Capitale, il primo inquilino del Campidoglio vorrebbe far pagare 110 milioni di euro l'anno all'esecutivo per "ospitare" Palazzo Chigi e i ministeri.

Nel primo rapporto "sulle cause della formazione del disavanzo di bilancio e di parte corrente e piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale del bilancio", riportato oggi da Libero, Marino si diverte a fare un piano di tagli e risparmi dove a pagare sono tutti tranne i romani. Oltre ai 110 milioni di euro chiesti a Matteo Renzi per coprire i costi extra di ospitalità a Palazzo Chigi e ai ministeri, il piano prevede, infatti, "il riconoscimento di uno stabile finanziamento del trasporto locale da parte della Regione per un importo pari a 240 milioni di euro l'anno che, insieme all'efficientamento portato avanti da Atac consentirebbe il raggiungimento dell'equilibrio dei conti del Trasporto pubblico locale". Non solo. Dei 200 milioni da tagliare all'anno, altri 90 milioni dovrebbero arrivare dal "contenimento dei costi da parte di Ama", la municipalizzata che a Roma effettua la raccolta dei rifiuti.

Sulle spalle di Marino resterebbero dunque 110 milioni di euro di tagli da qui al 2017, anno entro cui è stato previsto il rientro definitivo dal buco di bilancio. Anche in questo caso, però, il sindaco di Roma ha pensato bene di riversare le spese su qualcun altro. Toccherà al ministero dell'Economia a cui sono stati chiesti 300 milioni in due tranche attraverso l'allentamento del Patto di stabilità. "Poiché il piano si dispiega nel corso del triennio - spiega Marino - occorrono misure di sostegno in termini di spazi di patto di Stabilità interno e di risorse nel corso degli anni 2014 e 2015, per un importo non inferiore ai 300 milioni di euro".

Per il 2016, invece, "le esigenze dovranno essere valutate in coerenza con l'entrata in vigore della nuova normativa sul pareggio di bilancio". Insomma, altro che tagli e risparmi, con tutti questi trucchetti Marino non dovrà tirare fuori un centesimo.

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