L'ultimo addio a Luca Ma Anastasia non c'era

E dai tabulati telefonici non emergono contatti tra vittima, pusher e mediatori

L'ultimo addio a Luca Ma Anastasia non c'era

Nessun applauso ma solo un profondo silenzio, rotto per qualche istante dal rombo delle moto da enduro, che si è sentito per tutto il quartiere. Così gli amici hanno salutato il feretro di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso la sera del 23 ottobre a Roma vicino al parco del Caffarella per un probabile regolamento di conti legato alla droga.

Ieri le esequie nella chiesa del Santissimo Nome di Maria, all'Appio, sono iniziate in ritardo. Quando la bara coperta da rose bianche ha attraversato la navata, ad aspettarla c'erano centinaia di persone, mentre fotografi e cameramen erano fuori dal cancello. Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca, sulla quale sono puntati ancora i riflettori degli investigatori, invece era assente. Subito dopo l'omicidio si è allontanata dalla famiglia della vittima e ieri in molti sussurravano che non tutti avrebbero gradito la sua presenza.

Gli amici del ventiquattrenne, al contrario, non potevano mancare e il gruppetto che condivideva con lui la passione per le moto ha sfilato su due ruote davanti alla chiesa. Seduta in prima fila mamma Concetta con il marito Alfonso e il figlio Federico. «Lei non si stacca più, dicono i parenti in lacrime», mentre la nonna del ragazzo, trascinata fino al banco, ripeteva come una nenia «figlio mio».

«Siete meravigliosi, questo silenzio lo è - ha detto il parroco Don Mario iniziando l'omelia -. Non ci sono parole per colmare il vuoto di una persona cara. Solo il silenzio. La morte di Luca ci ha colpito, in un certo senso ci ha fatto morire. Nel mondo in cui viviamo a volte ci sentiamo scoraggiati».

Dal pulpito hanno parlato anche gli amici del personal trainer e il cugino Roberto: «Non ci sono parole, solo tanta rabbia. Ora Luca mi raccomando, te lo dico da cugino maggiore, da lassù fai sentire la tua presenza alla tua famiglia. È inaccettabile che tragedie del genere capitino alle persone buone. E tu lo sei stato Luca, un ragazzo d'oro che tutti i genitori vorrebbero». «Sono sempre più convinto che il paradiso sia un posto eccezionale - ha aggiunto un amico - e con il tuo sorriso lo sarà ancora di più. Sarai il nostro angelo». Le testimonianze sono state accompagnate da lunghi applausi e dalle lacrime dei presenti. Poi il feretro ha lasciato la chiesa passando al centro della folla. Mamma Concetta ha abbracciato a lungo la bara, incapace di lasciarla andare sul carro funebre, che è partito poi in direzione del cimitero di Prima Porta, dove il giovane verrà seppellito. Ora un po' di pace potrà arrivare solo quando si darà una spiegazione a una morte assurda.

Dai primi esami sui tabulati non emergono contatti diretti e recenti fra le utenze telefoniche della vittima, di Anastasiya e dei loro pusher «mediatori» con quelle di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due giovani in carcere per l'omicidio. Questo non esclude però che fra i due gruppi ci siano stati contatti a voce o attraverso sistemi di messaggistica e chat «schermate», che si cancellano automaticamente.

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