C'era chi cancellava mariti, chi moltiplicava o inventava figli inesistenti, chi era capofamiglia di due nuclei diversi e perfino chi girava in Ferrari o yacht.
È un mix di bugie e fantasia il calderone scoperto dall'Arma, dove galleggiavano quasi cinquemila furbetti che percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto. I carabinieri del Comando Interregionale Ogadem, con giurisdizione su Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, tra il primo maggio e il 17 ottobre hanno effettuato controlli mirati su 387.076 nuclei familiari, che in base all'Inps risultavano percettori del sussidio per smascherare quanti non ne avevano diritto. E hanno scoperto in queste cinque regioni 4.839 irregolarità, ovvero il 12% dei 38.450 nuclei familiari controllati per un campione di 87.198 persone. Come se non bastasse ben 1.338 finti nullatenenti erano già noti alle forze dell'ordine e di questi 90 avevano condanne o precedenti per gravi reati di tipo associativo.
Una truffa ai danni dello Stato che sfiora i 20 milioni di euro. Ma in totale, dall'inizio dell'anno, solo l'Arma ha scoperto che la cifra indebitamente percepita in Italia è almeno del doppio. Gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dal generale Maurizio Detalmo Mezzavilla, hanno messo in luce veri e propri paradossi. In provincia di Lecce, a Collepasso, un uomo ha dichiarato di avere sei figli, ma i piccoli erano inesistenti. E sempre lì, a Collepasso, una coppia ha inserito nel proprio nucleo altri familiari, che in realtà risiedevano in Germania. Che dire poi del napoletano del quartiere Stella che percepiva il beneficio per due distinte famiglie? A Santeramo in Colle (BA), invece, è stata una donna a finire nei guai, perché prendeva l'aiuto economico, ma nel far domanda si era «dimenticata» di avere un marito e un'auto. Nulla in confronto al settantenne di Avellino, che conviva con una donna, funzionario comunale, che possedeva immobili, terreni e guidava una fiammante Ferrari. Nell'esercito dei furbetti affiliati alla 'ndrangeta, Sacra Corona Unita e camorristi, tra i quali il reggente ad Avellino del clan «Cavalese». Solo in provincia di Napoli sono stati denunciati 80 soggetti, tutti legati alla criminalità organizzata, che con dichiarazioni false sono riusciti ad ottenere 852.515,91 euro a cui non avrebbero dovuto accedere mai.
Eclatante anche il caso di una donna di Isernia, titolare di una società di autonoleggio e proprietaria di 27 autoveicoli e quello di un individuo di Aradeo (Lecce), che era non solo ai domiciliari, ma aveva una grossa imbarcazione da diporto a suo nome. A Taranto la «task force» dei carabinieri ha poi scovato un 71enne, che risultava disoccupato e prendeva l'assegno di cittadinanza pur essendo il proprietario, insieme a moglie e figlio conviventi, di ben 17 autovetture, tra cui una BMW, una Mini Cooper, tre jeep, due Smart e una moto Kawasaki Ninja. C'era poi chi ometteva di dichiarare imprese con reddito annuo anche di circa 150mila euro e perfino tre, quattro immobili.
Nella lista nera non potevano mancare infine gli extracomunitari, che fingevano di vivere in Italia da oltre 10 anni, ma in realtà erano cancellati all'anagrafe comunale poiché irreperibili.
Tra i deferiti all'autorità giudiziaria, infine, il 60,2% sono uomini e il restante 39,8% donne, ma solo per il 59,4% si tratta di cittadini italiani. Una fetta di reddito di cittadinanza, infatti, è stata divorata dagli extracomunitari.
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