Da «delfino» di Paolo Scaroni a uomo chiave per l'energia e il gas del governo Meloni, Claudio Descalzi milanese, classe 55 ha fatto molta strada da quando, nel 2014, è stato scelto dall'allora premier Matteo Renzi come ad del Cane a sei zampe. Letteralmente un uomo d'azienda, Descalzi è entrato in Eni nel 1981 come Ingegnere di giacimento e, da allora, è stata una scalata unica: project manager per lo sviluppo delle attività nel Mare del Nord, in Libia, Nigeria e Congo; responsabile delle attività operative in Italia; managing director della consociata Eni in Congo (1994) e in Nigeria (98). Dal 2000 al 2008 ha ricoperto incarichi tra Italia e Africa e, dal 2010 al 2014 ha ricoperto la carica di presidente di Eni UK. Sposato, quattro figli e sette nipoti, ha trovato l'amore in quel Congo dove ha lavorato per molti anni.
Politicamente può essere definito un manager super partes che ha saputo entrare nelle grazie di più schieramenti. Non per altro, con la conferma, inizierà il suo terzo mandato. Sotto la sua direzione, tra il 2016 e il 2017, il bilancio di Eni è tornato in utile, e la società ha chiuso il 2022 con risultati record riuscendo a cavalcare la transizione energetica e abbandonando senza scossoni il ruolo di pura oil company.
È componente del consiglio di Confindustria e consigliere della Fondazione Teatro alla Scala. Amante dei cani, nel suo poco tempo libero (è uno stacanovista), gioca a golf e a tennis. Ha una passione per moto e calcio (è milanista) e per il rugby, che praticava da giovane.
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