M5s, Fioramonti attacca: "Metodo di restituzioni è poco trasparente"

Il ministro dimissionario della Pubblica Istruzione attacca il Movimento 5 Stelle sulla rendicontazione delle spese

M5s, Fioramonti attacca: "Metodo di restituzioni è poco trasparente"

Il metodo delle restituzioni del Movimento 5 Stelle è "farraginoso" e "poco trasparente". E tutto il sistema delle rendicontazioni è "gestito da una società il cui ruolo rimane a tutti poco chiaro". I virgolettati, e i giudizi tutto fuorché teneri, sono di Lorenzo Fioramonti, il ministro dimissionario dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca.

L'esponente della compagine pentastellata - chissà, però, ancora per quanto... - si è lasciato andare a un lungo, anzi lunghissimo post su Facebook, nel quale dice la sua fuori dai denti in seguito alle polemica sulla sua persona scoppiate per le dimissioni da titolare del Miur - in aperta polemica con l'esecutivo giallorosso che non avrebbe concesso sufficienti fondi alla scuola - e per i soldi che dovrebbe restiture al partito di Beppe Grillo e Luigi Di Maio.

Il post, peraltro, esordisce con una stilettata a due giornalisti, Marco Travaglio e Andrea Scanzi, rispettivamente direttore e firma di primo piano del Fatto Quotidiano: "Gli esperti di comunicazione mi hanno spiegato che alle fake news non si replica, perché rischi di dare la notizia due volte. Però quando le scemenze arrivano ad essere ripetute da giornalisti di primo piano come Marco Travaglio e Andrea Scanzi (il cui lavoro, peraltro, ho sempre stimato), forse è il caso di fare chiarezza...".

Ecco, quindi, lo sfogo del quasi ex ministro: "Le mie rendicontazioni sono state puntuali per tutto il 2018. Basta consultare il sito tirendiconto.it per vederlo. Poi, all'inizio di quest'anno, quando si è passati da una donazione sul Bilancio dello Stato ad un bonifico da effettuare su un conto privato (che ha suscitato non poche polemiche nel gruppo parlamentare), centinaia di parlamentari hanno sospeso le restituzioni in attesa di chiarimenti".

Dunque, arriva l'affondo: "In tanti, abbiamo contestato il metodo farraginoso e poco trasparente con cui si gestiscono le nostre restituzioni. Lo abbiamo fatto in molteplici riunioni di gruppo, perché è giusto che i panni sporchi si lavino in famiglia. Poi, quando abbiamo capito che non si andava da nessuna parte, lo abbiamo fatto anche pubblicamente".

Infine, un riferimento piccato anchìe alla Casaleggio Associati di Davide Casaleggio: "Qualcuno potrebbe chiedersi: ma avete accettato tutto questo quando vi siete candidati? La risposta è no, perché il metodo è stato scelto (o meglio imposto) dopo le elezioni, andando palesemente contro quanto annunciato ai candidati in campagna elettorale. Per fortuna, nell'epoca di WhatsApp, tutto rimane scritto.

Compreso il risentimento dei parlamentari (molti dei quali non avrebbero il coraggio di sostenerlo in pubblico) e l'imbarazzo dei gruppi dirigenti per un sistema gestito da una società, il cui ruolo rimane a tutti poco chiaro...".

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