M5S pronto a insinuarsi nel disgelo tra Pd e Fi

Devono essere qualcosa più di semplici segnali di fumo se Fedele Confalonieri arriva a metterci su la faccia e, intervistato da La Stampa, auspica «qualcosa che somigli al Nazareno»

M5S pronto a insinuarsi nel disgelo tra Pd e Fi

Devono essere qualcosa più di semplici segnali di fumo se Fedele Confalonieri arriva a metterci su la faccia e, intervistato da La Stampa, auspica «qualcosa che somigli al Nazareno». Certo, il presidente di Mediaset ci tiene a precisare che Berlusconi «non la pensa così» ed è noto da tempo che la sua linea rispetto al governo non è mai stata quella delle barricate. Tanto più adesso, dopo che il voto della Gran Bretagna sulla Brexit ha destabilizzato ulteriormente i delicati equilibri europei, con conseguenze che per i mesi a venire nessuno è in grado di prevedere. Serve, insomma, cautela. E un canale di dialogo con Palazzo Chigi. Da dove, in effetti, ormai da giorni arrivano segnali su una possibile disponibilità di Renzi a rivedere l'Italicum. Anche la diplomazia renziana, dunque, non disdegnerebbe un confronto con il centrodestra, magari proprio sull'ipotesi di spostare il premio di maggioranza della nuova legge elettorale dal partito (come è adesso) alla coalizione. Scenario che, questo raccontano i rumors, non dispiacerebbe al Quirinale.

Il punto - per quanto sembri paradossale - è che una prospettiva di larghe intese non è affatto malvista dalla Casaleggio Associati. Anzi, a dirla tutta, i Cinque stelle tifano affinché si delinei proprio un quadro nel quale possano tornare a gridare all'inciucio, come ai tempi del Pdl e Pdmenoelle. Sia che questo avvenga prima del referendum sulle riforme che si terrà a ottobre, se davvero dovesse aprirsi un confronto sull'Italicum. Sia che si verifichi dopo, magari con uno scenario da grande coalizione nel caso di vittoria del «no». Nel primo caso sarebbe la benzina su cui focalizzare la campagna referendaria, nel secondo diventerebbe il leitmotiv della campagna elettorale delle prossime politiche (al più tardi nel 2018).

Già, perché se è vero che lo scenario europeo mai come oggi richiede stabilità, non ha torto chi pensa che una ricetta in stile Nazareno possa essere applicata solo all'inizio di una legislatura, quando si ha davanti il tempo sufficiente a portare a casa dei risultati tangibili. Non certo alla fine, con il rischio o «la certezza» come diceva ieri in Transatlantico Augusto Minzolini che diventi il trampolino di lancio per Palazzo Chigi dell'antipolitica e, quindi, dei Cinque stelle.

D'altra parte, la storia parla chiaro. E dice che se nel 2011 i grillini di fatto non esistevano, alle politiche del 2013 erano improvvisamente schizzati al 25,5%. In mezzo? Due anni di governo di unità nazionale con Mario Monti.

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