Il Movimento 5 Stelle, con l'onorevole Carlo Sibilia in testa, domanda le «teste» dei presidenti di commissione che fanno parte di «Insieme per il futuro», la neo-formazione partitica nata sull'onda della scissione del ministro Luigi Di Maio. Sergio Battelli - deputato da sempre legato all'attuale inquilino della Farnesina - non fa mistero della portata numerica della truppa dei presidenti di commissione «dimaiani»: «Siamo molti di più - esordisce, riferendosi ad un numero che era circolato durante le prime ore dell'addio al M5S di Giuseppe Conte - . Io presiedo la commissione Politiche dell'Ue, Gianluca Rizzo la Difesa, Filippo Gallinella l'Agricoltura, Vittoria Casa la Cultura, Stefano Vignaroli quella sull'Ecomafie e Carla Ruocco quella d'inchiesta sul sistema bancario». Poi Battelli elenca al Giornale una serie di ruoli istituzionali ricoperti dai suoi colleghi di partito, ricordando come Marta Grande sia la presidente della delegazione parlamentare presso il Consiglio d'Europa, come Luca Frusone presieda la delegazione parlamentare presso l'Assemblea parlamentare della Nato e come «Insieme per il Futuro» esprima anche tre segretari dell'ufficio di presidente della Camera. Il regolamento non prevede che una modifica dei pesi partitici comporti la rivisitazione delle presidenze. Sibilia, tuttavia, ne fa una questione di opportunità: «Si tratta di una regola di buon senso e che dimostrerebbe che non sono attaccati alla poltrona», ci dice, ribadendo come la richiesta ai «dimaiani» sia quella di fare un passo di lato deciso. Altri grillini tergiversano e rimandano la questione a quando (con ogni probabilità all'inizio della settimana prossima), verrà definita una strategia complessiva: «Dobbiamo riassegnare tutte le commissioni ma sulle presidenze non abbiamo ancora fatto ragionamenti su posti e poltrone», fa sapere Vittoria Baldino. A replicare alla richiesta dei grillini ci pensa Cosimo Adelizzi, che siede tra gli scranni della Camera e che ha deciso di seguire il ministro degli Esteri nella nuova avventura: «Così come non abbiamo risposto agli insulti pieni di odio dei giorni scorsi - dichiara al Giornale il parlamentare campano - , non intendiamo rispondere alle provocazioni di chi oramai sa fara solo questo». E ancora: «C'è molto entusiasmo: abbiamo intrapreso un nuovo cammino e la nostra unica volontà è quella di lavorare per il Paese». Poi la stoccata riferita alle presidenze di commissione: «Non capisco sulla base di quale criterio e di quale regolamento dovremmo lasciare le presidenze». Gli fa eco Luca Frusone: «Non mi va di rispondere e di alimentare beghe», ma il tono utilizzato è già chiaro di per sè. I «dimaiani» non vogliono lasciare gli incarichi di vertice che ricoprono in Parlamento e nel governo. Nel corso delle prossime settimane, gli attacchi di Conte e dei contiani aumenteranno.
La sensazione è che «Insieme per il Futuro» si aspetti una vera e propria rappresaglia. Anche perchè l'obiettivo di chi ha sbattuto la porta è quello di continuare a pescare nei Gruppi del Movimento per aumentare di numero.
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