Non si arrestano i venti di burrasca. Anzi. Tra i Cinque Stelle si addensano nubi minacciose. Gli occhi sono puntati sull'incontro organizzato da Federico Pizzarotti per domenica prossima. A Parma accorreranno, infatti, molti dissidenti espulsi dal movimento. Tanto che, secondo molti, l'incontro potrebbe dare il via a una "rifondazione cinquestelle", un movimento che nascerebbe grazie alla scissione di parlamentari ed amministratori locali pentastellati dal M5S di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Anche per questo motivo il guru, dopo giorni di chiacchiere e polemiche, ha rotto gli indugi e ha raggiunto Roma.
Il cofondatore del Movimento 5 Stelle ha "benedetto" il direttorio composto da Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Ma soprattutto ha indicato la rotta da seguire per il futuro. In serata l’assemblea congiunta di senatori e deputati a Montecitorio ha rappresentato una sorta di prova generale. Nessuna diserzione di massa, malgrado le voci in tal senso circolate in giornata. Le presenze, però, sono almeno un centinaio. I dissidenti non si sono, dunque, dimostrati uniti: alcuni sono andati alla riunione, altri non si sono fatti vedere. Segno che manca un coordinamento. La conta si farà domenica a Parma, sotto la guida di "capitan Pizza".
All'assemblea dei gruppi, dove le assenze si sono comunque fatte sentire, Giulia Sarti ha rinnovato l’invito di Pizzarotti al direttorio di andare all’appuntamento di Parma mentre Cristian Iannuzzi ha proposto di mettere al voto l’elezione dello stesso direttorio giudicando illegittime le modalità con cui Grillo lo ha fatto sul web in quanto non ha consultato prima l’assemblea dei parlamentari. E lasciando l’assemblea, Iannuzzi si sarebbe detto pronto alle dimissioni in segno di protesta per quella elezione anomala. Voci critiche relative più alla nascita del direttorio che alle recenti espulsioni di Paola Pinna e Massimo Artini. Secondo Casaleggio, i dissidenti rappresentano una variabile ininfluente alla quale non dare peso. La strategia suggerita sarebbe quella di non intervenire né con espulsioni né con un inasprimento dei toni che "farebbero soltanto il loro gioco".
Le voci di scissioni sono sempre più forti, anche se a metterle in giro, in realtà, sono proprio gli avversari diretti dei dissidenti che parlano di 20 senatori e 27 deputati pronti a lasciare. Per Casaleggio, in ogni caso, non sarebbe un problema. "Se vogliono andar via - avrebbe detto - non cambia nulla". In risposta all’iniziativa parmense, ma anche in un’ottica di un sempre maggiore coinvolgimento del territorio, il guru milanese avrebbe suggerito di puntare tutto sull’organizzazione: una rete pentastellata dei Comuni e dei territori su cui veicolare iniziative locali ma anche parlamentari a partire dal reddito di cittadinanza. "Tutte le iniziative cinquestelle vanno messe in rete - ha spiegato - magari all’interno di una gigantesca struttura informatica capace di raccogliere dati da tutta la penisola". E il nuovo direttorio sarebbe funzionale proprio a questo tipo di progetto grazie all’assegnazione di "competenze di settore e deleghe" precise ai suoi cinque componenti che avrebbero il compito di fare da collettori. "Un sistema capace di stare in piedi - viene spiegato - anche senza i finanziamenti pubblici per i partiti ai quali i cinquestelle hanno rinunciato".
Arrivato in sordina alla Camera, lontano da telecamere e riflettori e scansando i giornalisti, Casaleggio ha incontrato per tre ore i parlamentari pentestellati negli uffici del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Li ha ascoltati ed avrebbe anche accolto alcune delle proposte. Su tutte un ammorbidimento del divieto assoluto di andare in tv. "Ci pensiamo", avrebbe risposto. Qualcuno, infine, avrebbe anche chiesto l’allargamento del direttorio a chi "ha i capelli bianchi" facendo evidentemente riferimento all’ingresso di qualche senatore.
Tutti temi che nei prossimi giorni saranno affrontati e riproposti dal direttorio nelle assemblee parlamentari. Sullo sfondo restano, per il momento, la grande attenzione per le elezioni al Quirinale e per l’inchiesta "Mafia Roma" che secondo molti nel gruppo rappresenta un’occasione di rilancio del M5S.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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