Avrebbe dovuto essere a Berlino, per la prima visita di Stato in Germania di un presidente francese dai tempi di Jacques Chirac, 23 anni fa. E invece si è ritrovato ieri sera all'Eliseo per fare «il punto della situazione» sulla quinta notte di scontri, in attesa della sesta, con la premier Elizabeth Borne, il ministro dell'Interno Gérald Darmanin, il ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti, il ministro dell'Economia Bruno Le Maire e altri esponenti di governo.
Non è una giornata qualsiasi. I manifestanti hanno oltrepassato una linea rossa con l'attacco all'abitazione del sindaco di Hay-Les-Roses e la premier Borne ha appena promesso: «Nulla resterà impunito». Intanto la Francia fa i conti con i danni di attività commerciali e turismo e c'è attesa per capire se arriverà qualche annuncio importante, dopo che il ministro Le Maire ha chiesto alle compagnie assicurative, con scarsi risultati finora, di abbassare le franchigie e ha invitato a risarcire presto i danni.
Eppure lo staff di Macron non parla più di «cellula di crisi» e l'impressione è che, nonostante la gravità della situazione, l'Eliseo e il governo vogliano limitare il più possibile altri danni di immagine. La riunione, convocata d'urgenza nel pomeriggio e durata un'ora e mezza, si è svolta infatti nel grave imbarazzo anche internazionale per la Francia, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ammetteva ieri in un'intervista alla tv pubblica tedesca di guardare «con preoccupazione» a quanto sta succedendo, ma incoraggiava allo stesso tempo Macron, dicendosi «totalmente persuaso che il capo dello stato francese trovi i mezzi per fare in modo che la situazione migliori rapidamente».
Ed eccolo l'obiettivo dell'incontro, cercare di capire come riportare la calma o meglio evitare il peggio all'indomani della quinta notte di scontri e in vista della sesta, quella appena trascorsa. Un decreto prefettizio ha autorizzato, dalle 18 di ieri alle 6 di stamattina l'acquisizione, la registrazione e la trasmissione di immagini mediante droni a Parigi e in alcuni comuni della regione. Serve anche dare un segnale chiaro che non ci sarà impunità, che coloro che stanno mettendo a ferro e fuoco la Repubblica e i suoi simboli alla fine pagheranno, anche con l'aiuto di tutti i mezzi tecnologici a disposizione.
La politica, intanto si interroga e si divide. Se a destra Marine Le Pen sembra avvantaggiarsi dei disordini e del rigetto della gestione Macron, la sinistra si divide.
«Abbiamo ragione di invocare la calma e il ritorno alla pace civile», ha dichiarato il segretario del Partito socialista Olivier Faure, anche per dissociarsi dagli Insoumis di Jean-Luc Mélenchon, accusati invece di non condannare con chiarezza le violenze.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.